La versione definitiva verrà presentata domani a Bologna alle 15. Al centro lavoro, formazione e conoscenze
di LabParlamento
Dopo lunghe attese, è stato pubblicato sul sito Web del Viminale (come da adempimenti legislativi) il programma elettorale del Partito Democratico.
Un documento di 9 pagine, che verrà rivisitato e integrato (è stato depositato tra il 16 e il 21 gennaio), in vista della presentazione ufficiale a Bologna, domani alle ore 15, all’Opificio Golinelli di un programma “100×100 credibile, sostenibile, realizzabile”.
Il Pd rivendica i successi ottenuti in questi 5 anni di Legislatura e rilancia per il futuro nove settori d’azione: un lavoro di qualità, non l’assistenzialismo per tutti; tagliare le tasse alle famiglie non ai milionari; investire sull’Italia; la società della conoscenza; la svolta ambientale; il benessere della società; un euro in sicurezza, un euro in cultura; la macchina pubblica; verso gli Stati Uniti d’Europa.
Lavoro, formazione e conoscenze ritornano in tutto il programma.
Al primo punto, come annunciato più volte, il lavoro: “Abbiamo migliorato in modo impressionante la quantità dei lavori, adesso dobbiamo valorizzarne la qualità”. Tra le misure proposte, il taglio del cuneo fiscale dal 33% di oggi al 29% per i contratti a tempo indeterminato, l’introduzione del salario minimo garantito per coloro che non sono coperti da contratto nazionale, una legge sulla rappresentanza sindacale, maggior tutele e welfare al lavoro autonomo; estensione della misura degli 80 euro, introdotta per i lavoratori dipendenti, estendendola alle partite lva nella stessa fascia di reddito; rafforzamento della misure dedicate all’alternanza scuola lavoro.
Il Partito Democratico propone di rendere strutturali gli strumenti del Piano Impresa 4.0 e di creare un fondo per la reindustrializzazione. Previsto un diritto soggettivo alla formazione, il cosiddetto “conto di attivazione personale”, insieme a tutti gli strumenti di ricollocazione e garanzia di reddito.
Tra le misure fiscali figurano l’estensione del bonus degli 80 euro alle famiglie con figli e una lotta all’evasione fiscale con l’obiettivo di applicare il modello “pagare tutti, pagare meno”: “L’incrocio delle banche dati e l’innovazione tecnologica, rende sempre più praticabile l’attivazione di un modello fiscale che valorizzi il contrasto d’interesse, nella logica che viene veicolata con il messaggio “scaricare tutto, scaricare tutti””. Previste inoltre misure per rafforzare tutti i canali alternativi al finanziamento bancario, spingendo l’innovazione Fintech.
E poi l’ambiente e la tutela del Made in Italy. Investimenti in economia circolare, che diano frutti economici e in termini di lavoro green, investimenti nel settore energetico, anche alla luce degli obiettivi della Strategia energetica nazionale (Sen). L’idea è quella di agire per un miglioramento tecnologico di tutte le infrastrutture operanti nel settore delle rinnovabili. I dem intendono puntare sulla mobilità elettrica e, nello specifico, sulla realizzazione della rete di colonnine elettriche più diffusa in Europa per migliorare la qualità della trasformazione automobilistica. Particolare attenzione vuole essere destinata al processo di riconversione in corso delle ex centrali.
Per quanto riguarda la tutela del Made in Italy: “vogliamo lavorare sulla tutela della trasparenza dell’origine dei prodotti, ma vogliamo insistere sulla tutela del reddito degli agricoltori, dei pescatori, dei produttori, dell’equa distribuzione del valore nelle filiere”. Come ha ribadito il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina “Sì all’etichettatura, no ai dazi” ribattendo implicitamente alle proposte del segretario della Lega Matteo Salvini.
In merito al welfare, il Pd parte dalla salute e dall’incentivazione alla ricerca, soprattutto nel settore dei farmaci. Si ribadisce che “la scommessa dell’area di Human Technopole va in questa direzione”. La proposta include anche il rafforzamento dell’indennità di accompagnamento e l’accrescimento dell’indipendenza, anche economica, delle persone con disabilità.
“Il benessere della società” include anche il tema delle pensioni, “rendere strutturali e ampliare le platee degli strumenti di flessibilità in uscita, sia quelli a carico dello Stato per chi è in condizioni di bisogno (Ape sociale, precoci), sia quelli che comportano un costo per chi decide di andare in pensione prima (Ape volontaria, opzione donna)”. Anche il tema rosa fa la sua comparsa, con il proseguimento della lotta al femminicidio e al fenomeno delle dimissioni in bianco.
La questione della sicurezza viene poi affrontata con il messaggio “per ogni euro investito in sicurezza, un euro andrà investito in cultura”. Si sottolinea l’importanza di investire anche in cultura, educazione, cittadinanza attiva in nome dello Ius Culturae per vincere la paura.
I dem rilanciano poi la necessità di ripensare l’organizzazione istituzionale dello Stato, volendo valorizzare, in particolare, le città metropolitane e le smart cities, puntando soprattutto sulla digitalizzazione della PA e lo sblocco del turnover.
L’ultimo punto riguarda poi l’Europa, che deve essere più “politica” e farsi carico del problema della migrazione superando il principio contenuto nell’accordo di Dublino del 2003.
Il programma si conclude con lo slogan “Avanti, insieme”.