Rifiuto dell’austerità e superamento del Regolamento di Dublino i temi ripresi dalle forze politiche, che poi però mostrano approcci al problema assai differenti
di Mara Carro
C’è (almeno) una cosa che mette d’accordo tutte le forze politiche italiane: l’Europa così com’è non piace a nessuno e va riformata.
Le posizioni degli schieramenti politici rispetto all’Europa spaziano dal sovranismo del Centrodestra, all’europeismo dichiarato di Liberi eUguali, al federalismo europeista del Partito Democratico (Pd), ad un’alternanza di sovranismo/europeismo del Movimento 5 Stelle (M5S).Queste posizioni si riflettono nei programmi elettorali dove il tema “Europa” è declinato soprattutto in due accezioni: economica e di gestione dei flussi migratori, argomento, quest’ultimo, affrontato soprattutto in chiave securitaria e a cui gli elettori italiani sono ancora più sensibili dopo i recenti fatti di Macerata.
Se il rifiuto del binomio Europa-austerità e la modifica del Regolamento di Dublino sono due temi trasversali ai programmi elettorali dei vari schieramenti in vista del voto del 4 marzo, gli altri punti programmatici evidenziano tutte le divergenze in materia.
Partendo dal Centrodestra, dove convivono partiti con sentimenti europei molto diversi, all’Europa è dedicato il punto 3 del programma concordato da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia, dal titolo “Meno vincoli dall’Europa”. Berlusconi&Co. chiedono una revisione dei trattati europei per un recupero della sovranità e la prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario, la fine delle politiche di austerità e delle regolamentazioni eccessive che ostacolano lo sviluppo. Nessun accenno ad un’uscita dall’euro, perno del programma economico della Lega di Matteo Salvini, né all’idea di una valuta parallela, rilanciata di recente anche da Berlusconi. La sintesi programmatica rispetto all’Europa sembra aver visto il prevalere delle posizioni più nazionaliste/euroscettiche di Lega e Fratelli d’Italia rispetto a quelle più europeiste di Forza Italia che vede un suo esponente, Antonio Tajani, ricoprire la carica di Presidente del Parlamento Europeo.
Per il Pd e i suoi alleati, l’orizzonte sono, invece, gli Stati Uniti d’Europa. Più Europa, più politica in Europa e maggiore integrazione le ricette offerte dai dem. Nel programma vengono poi riprese le proposte di riforma istituzionale dell’Ue già avanzate dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, qualche mese fa: l’unificazione delle presidenze di Commissione e Consiglio, l’elezione diretta del presidente della Commissione e l’istituzione di un ministero delle Finanze per l’area Euro. Rifiuto dell’austerità, rinegoziazione del Fiscal Compact, superamento degli Accordi di Dublino e creazione di un Fondo europeo della difesa chiudono il capitolo.
Nel programma elettorale del M5S depositato al Viminale non c’è traccia della parola “Europa” sebbene l’Ue resti“la casa naturale del nostro paese. E anche del Movimento 5 stelle”, come ha dichiarato recentemente Luigi di Maio, Capo Politico e candidato premier dei Cinquestelle. Si può allora far riferimento al Programma Esteri M5S votato il 5 aprile 2017 sulla piattaforma telematica Rousseau, prodotta dalla Casaleggio Associati. La scorsa primavera, nell’elaborare il programma elettorale in vista del 2018 e nel definire le priorità in materia di Esteri di un eventuale governo a cinque stelle, il Movimento ha chiamato i suoi membri a partecipare ad una consultazione online che prevedeva la scelta di tre priorità tra un elenco di dieci temi. Il terzo tema più votato è stato “Un’Europa senza austerità” e il M5S si faceva promotore di un’azione diretta a “superare definitivamente le politiche di austerità e rigore legate alla moneta unica, facendo fronte comune, in ambito negoziale, per ottenere una profonda riforma anche dell’Unione Europea”. Anche qui, scompare il referendum consultivo per uscire dall’euro ma viene ribadita “l’esigenza di riformare l’Europa, soprattutto l’istituzione del Parlamento“.
La scelta di Liberi e Uguali è “chiaramente europeista”, si legge nel programma. Anche qui, come per il Pd, “Europa sì ma non così”. Il partito di Pietro Grasso vuole “un’Europa più giusta, più democratica e solidale”, il superamento della dimensione intergovernativa e dell’austerità. Tra le riforme istituzionali proposte, un maggiore ruolo al Parlamento europeo “che elegga un vero governo delle cittadine e dei cittadini europei affinché possano tornare ad abitare la loro casa”.