Fico incontra Boeri e i suoi tecnici. Fraccaro difende l’”istruttoria”. Ma risparmi per “soli” 18,7 milioni di euro alla Camera. E i tempi si allungano
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, recita un vecchio proverbio.
Oggi, tra il dire e il fare, ci sono di mezzo le consultazioni, le elezioni regionali, le fake news e molto altro.
Risultato? A due mesi precisi dalle elezioni politiche, il Parlamento italiano è pressochè fermo e in questa fase “melmosa” pare siano rimasti incastrati, ancora una volta, anche i tanto odiati (dai più, ma non da tutti….) vitalizi.
Riavvolgiamo un attimo il nastro per capire meglio.
Lo scorso 12 aprile, in un post sul blog delle stelle, Riccardo Fraccaro, deputato M5S e questore anziano della Camera, scrisse: «Il Movimento 5 Stelle abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera, utilizzando proprio lo stesso strumento che li ha introdotti……»
Il 26 aprile, due settimane dopo dal primo annuncio, Fraccaro prende il suo pc, si collega ad internet e, su Facebook, tuona: “Promessa mantenuta”.
O meglio, il questore del M5S spiega che «nell’arco di soli 15 giorni il Collegio dei Questori ha presentato in Ufficio di Presidenza l’istruttoria sul ricalcolo dei vitalizi degli ex parlamentari con il metodo contributivo». Certamente, usando le parole dello stesso Fraccaro, “il primo passo per la loro cancellazione”. Ma non la loro cancellazione.
Il tema è di quelli che tocca le corde dell’anima delle persone e i pentastellati lo sanno bene. Le date degli “annunci” di Fraccaro sono infatti significative: poco dopo il 12 aprile ci sarebbero state le elezioni regionali in Molise, poco dopo il 26 aprile le elezioni in Friuli Venezia Giulia.
Ma le persone oltre all’anima hanno un cervello e capiscono perfettamente la differenza tra una cosa che non c’è più e una che a breve potrà non esserci. E di questo è stata data dimostrazione nei dati delle elezioni regionali di aprile e in una dichiarazione di ieri di Luigi Di Maio : “Li aboliremo prima del ritorno alle urne…”.
Nel frattempo, “l’istruttoria” è andata avanti. Ieri il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha incontrato di nuovo il Presidente dell’Inps Tito Boeri e su Instagram ha sintetizzato l’esito dell’incontro: “Al lavoro sul tema dei vitalizi. Non ci fermiamo”.
Sempre ieri, Fraccaro è stato costretto ad intervenire di nuovo sul tema dopo che su “Repubblica” Annalisa Cuzzocrea aveva parlato di “flop” del M5S a proposito proprio dei vitalizi.
“L’operazione taglia-privilegi del M5S è partita e, puntuale come un orologio svizzero, scatta la disinformazione di Repubblica”, aveva scritto ieri, sul solito Facebook, Fraccaro.
La “querelle” è proseguita anche oggi e “Repubblica” ha replicato con un articolo sul web e con uno sul giornale cartaceo.
Polemiche a parte, quello che emerge è che il “taglio dei vitalizi”, simbolo della “casta” e combustibile dell’antipolitica, pare comporti risparmi piuttosto contenuti rispetto a quelli immaginati.
L’Inps aveva stimato di recuperare 80 milioni di euro, ma sono in realtà 18,7 i milioni che si risparmierebbero dal “ricalcolo” degli assegni su base contributiva degli ex deputati, senza contare le reversibilità. Vero è che sono esclusi, per ora, i Senatori e comunque tutti coloro che sono stati eletti dopo il 2011, cioè dopo la riforma in chiave contributiva.
L’istruttoria della Camera al momento viaggia dunque in solitaria e rischia di finire sul medesimo binario (morto) sul quale si arrestò, nella precedente legislatura, la “proposta Richetti” (PD).
Questo anche perché bisognerà fare i conti con i 2.600 “ex” che già percepiscono il vitalizio, ma non solo con loro.
Ed in effetti, se si pensa che il tema dei “vitalizi” è venuto alla ribalta con forza proprio nei primi giorni di maggio di undici anni fa, quando cioè Stella e Rizzo pubblicarono il loro libro – inchiesta intitolato “La casta”, e oggi siamo ancora in fase di “istruttoria”, è evidente che il tragitto da compiere per tagliare il traguardo non è quello dei cento metri, quanto piuttosto quello della Maratona di New York.