Candidato come potenziale ministro alla spesa, l’economista boccia senza appello il programma di FI (ma anche quelli degli altri partiti)…
di LabParlamento
Il potenziale ministro preposto al controllo sulla spesa pubblica e al taglio delle improduttività, l’economista Carlo Cottarelli, pur avendo più volte smentito qualsiasi disponibilità all’incarico offerto pubblicamente da Silvio Berlusconi in vista di un esecutivo di centrodestra, si sfila una volta per tutte da solo la poltrona governativa. L’analisi del suo Osservatorio presso l’Università Cattolica di Milano, pubblicata sul numero odierno di Repubblica, risulta infatti a dir poco impietosa verso il programma di Forza Italia come pure degli altri partiti sia per quanto riguarda le scarse o nulle coperture per sostenere le promesse elettorali che incidono sul deficit pubblico, sia per quanto attiene un più generale equilibrio dei target di bilancio per la prossima legislatura (2018-2022).
In realtà, il nome di Cottarelli, già Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica nel Governo Letta, è stato ripreso più volte e da parti diverse per via della serietà e competenza della persona, ma le sue “ricette” finora sono risultate altrettanto generalmente indigeste tanto che, alla fine, lasciando l’incarico per il Fondo Monetario Internazionale, ebbe a dichiarare di aver avuto molte difficoltà a relazionarsi, prima ancora che con il sistema politico, con quello burocratico, a suo dire chiuso ed estremamente impermeabile ad ogni azione finalizzata a modernizzarne l’attività. Mister Forbici, questo il soprannome coniato per lui dalla stampa, si era occupato in particolare di spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati.