di Biagio Maimone
Il Cremlino ha comunicato che non è stata accolta la richiesta di Papa Francesco di poter incontrare, a Mosca, Vladimir Putin. Certo, appare evidente che Putin non è ancora pronto per intessere un dialogo con Papa Francesco, il quale vuole la pace.
Ciò potrebbe erroneamente significare che la guerra sembra essere l’unica soluzione, che non vi è spazio, pertanto, per intessere trattative che conducano alla pace.
Certo, la Chiesa Ortodossa ha dimostrato di inchinarsi alla volontà di Putin, allontanandosi drammaticamente dalla propria missione spirituale, dagli
insegnamenti evangelici e da Dio che è solo Amore.
Certo è anche vero che Papa Francesco non può che tendere la mano, coraggiosamente, a Putin, sicuramente non per conformarsi alla sua volontà bellica, ma per creare uno spazio non bellico, uno spazio in cui la luce della Speranza inizi a brillare per individuare un percorso diverso per risolvere antiche problematiche createsi tra Russia ed Ucraina.
Putin sembra voler dire a Papa Francesco: “Il tuo Dio non mi interessa“, in quanto la Chiesa Ortodossa, la Chiesa russa, si uniforma ad un’immagine di Dio che “benedice” la guerra.
La pace, allora, è lontana dagli orizzonti di Putin? Sembra di si.
Sembra che Putin sfidi Dio, il Dio dell’Amore cristiano, che il cattolicesimo pone a fondamento della sua missione spirituale. E’ anche vero che Putin abbia un cuore di pietra? I fatti sembrano esserne testimonianza viva.
Ma il vero critiano sa che Dio scioglie anche i cuori di pietra: è questa la Speranza cristiana che Papa Francesco desidera che permei e risplenda anche nel tessuto doloroso della guerra indetta contro l’Ucraina.
La profonda cultura della Russia, che i grandi scrittori russi hanno rappresentato al mondo intero nei loro capolavori letterari, vive ancora e potrà rivivere anche nel cuore di Putin, irrigiditosi su posizioni che danneggiano non solo l’Ucraina e la Russia, ma anche tutti quei popoli che avevano relazioni economiche, culturali, sociali ed umane con essi.
Una nuova pagina della storia dei due popoli, russo ed ucraino, può certamente essere scritta anche con provvedimenti pacifici, capaci di realizzare spazi nuovi, migliorativi dell’esistente per entrambi i popoli e per tutti i popoli che considerano la Russia e l’Ucraina Stati democratici e forieri di civiltà, che la guerra non deve e non può inquinare con la sua logica sanguinaria.
I tempi sono già maturi per andare oltre l’odio di questa “antistoricistica” guerra, inutile e dannosa non solo per la Russia e l’Ucraina, ma anche per l’intera umanità. Papa Francesco lo sa e utilizza tutte le sue più vigorose forze spirituali affinché anche Putin diventi consapevole di tale verità per superare l’assurda convinzione secondo la quale solo la forza bruta della guerra sia capace di costruire nuovi orizzonti per la storia umana.