Sfumato lo stadio, per la sindaca Virginia Raggi, dopo cinque anni di governo del Campidoglio, resta un’ultima, grande chance sulla quale puntare, ad esempio, per la realizzazione di uno dei tanti progetti annunciati ad inizio mandato: la funivia. Per realizzare questo, come tante altre promesse, c’è il recovery fund, il debito comune varato dai Paesi Ue per far fronte alla crisi economica aperta dalla pandermia.
Un bancomat che, vista la stima e la fiducia dell’Ue nei confronti del Belpaese, è tutt’altro che scontato ma che, a pochi mesi dalle elezioni, può diventare un grimaldello per convincere i delusi e gli incerti oltre ad uno strumento di eccezionale strumentalizzazione politica, visto che a gestire parte di quelle risorse potrebbe essere il ministro leghista scelto da Mario Draghi come guida dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Lo scenario, purtroppo per i romani, potrebbe essere l’ennesimo campionato mondiale di scarica barile. Ma proviamo ad essere ottimisti e, soprattutto ad andare con ordine.
Per recuperare qualche informazione sui progetti bisogna tornare al 6 ottobre 2020 per leggere sul sito del Comune che “Roma Capitale ha inviato al Governo il “Piano di Sviluppo resiliente, sostenibile e inclusivo”, delineando una strategia di sviluppo urbano finalizzata a garantire una ripresa sociale ed economica dopo l’emergenza Covid-19″.
Dopo un’attività di ricognizione, elaborazione e analisi che ha coinvolto tutti gli assessorati e le strutture capitoline, oltre alle società partecipate, è stato predisposto un elenco di opere pubbliche e un set di fabbisogni di investimento per un valore complessivo di circa 25 miliardi di euro, da finanziare principalmente con le risorse del Recovery Fund.
“L’obiettivo di questo Piano è quello di rendere Roma una città sostenibile, equa, accessibile e inclusiva, innovativa, che supporti le imprese locali e sia attenta ai bisogni dei soggetti più fragili. Abbiamo una visione chiara per il futuro della Capitale. Una città rigenerata dal punto di vista urbano, con strutture sicure ed efficienti, dove ci si potrà muovere come nelle grandi Capitali europee grazie allo sviluppo della rete metropolitana, tranviaria e di mobilità sostenibile. Il programma di investimenti prevede una serie di interventi sinergici che contribuiscono complessivamente allo sviluppo urbano della città”, ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Il complesso di interventi si articola in ambiti fondamentali per la crescita e la ripresa della città: inclusione sociale e rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e integrata, infrastrutture sicure ed efficienti, transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione.
Per quanto concerne inclusione sociale e rigenerazione urbana, uno dei punti qualificanti del piano prevede un ampio programma di edilizia popolare: 2 miliardi di euro per l’acquisto di immobili disponibili sul mercato e diffusi in tutta la città, equivalenti a circa 10 mila alloggi.
Tale operazione consentirebbe di procedere verso l’esaurimento delle graduatorie di chi ha diritto a una casa popolare e, allo stesso tempo, di evitare la creazione di nuovi quartieri di edilizia residenziale pubblica. L’effetto di densificazione e rigenerazione urbana verrebbe poi amplificato mediante i progetti di riqualificazione dei quartieri di edilizia pubblica in tutta la città, per ricucire il centro alle periferie, per un totale di 1,3 miliardi di euro. Il progetto RECYCLE, per esempio, prevede la densificazione e il recupero dei quartieri di edilizia pubblica. Il Piano di Zona Tor Bella Monaca punta alla riqualificazione degli spazi pubblici, all’incremento del parco alloggi, alla riclassificazione in nuove tipologie abitative e all’efficientamento energetico del patrimonio esistente.
Nel Piano è poi inclusa l’operazione “100 Luoghi”, con la realizzazione di altrettanti Centri civici cittadini polifunzionali. Con le risorse richieste si potrebbe infine procedere alla riqualificazione dell’area dello stadio Flaminio e di altri impianti sportivi (centro sportivo Tre Fontane, stadio delle Capannelle, stadio Giannattasio di Ostia).
Sulla mobilità sostenibile e integrata, obiettivo del Piano è dotare Roma di una rete di trasporto pubblico potenzialmente in grado di coprire tutta la città, per colmare lo storico gap con le altre grandi Capitali europee e ridurre le emissioni inquinanti, in linea con il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). Si prevedono la realizzazione di 49 km di nuove linee metro, 45 km di linee tranviarie e di 2 ulteriori funivie urbane, per un investimento complessivo sulla mobilità di circa 12 miliardi di euro.
Tra i principali interventi troviamo: il prolungamento metro C Fori Imperiali-Grottarossa (3,7 miliardi), la realizzazione del primo tratto della Linea D Lungotevere Dante/Roma Tre – Cavalieri/Prati Fiscali (2,2 miliardi), il prolungamento della Metro B1 Jonio-Svincolo A1 (950 milioni), il prolungamento della Metro A Battistini-Stazione Monte Mario (900 milioni), il prolungamento della Metro B Rebibbia-Casal Monastero (700 milioni), la realizzazione della linea E Roma-Ostia-Fiumicino (600 milioni), della metrotranvia H Anagnina-Tor Vergata-Torre Angela (230 milioni), della linea tranviaria Marconi-San Paolo-Parco Appia Antica-Subaugusta (220 milioni), della linea tranviaria TVA Termini-Vaticano-Aurelio (150 milioni), della linea tranviaria Angelico-Auditorium Parco della Musica (60 milioni), della linea tranviaria Stazione Tiburtina-Ponte Mammolo (55 milioni), della Tranvia dei Fori piazza Vittorio-Largo Corrado Ricci-Venezia (31 milioni).
Inoltre, tra i progetti proposti ci sono la realizzazione della Funivia Clodio-Monte Mario-Ponte della Musica e connessione Belsito-Medaglie d’oro (35 milioni) e un “people moover” che prolunga la linea B1 della metropolitana oltre Jonio verso Bufalotta e Porta di Roma (180 milioni). A questi interventi se ne aggiungono altri che riguardano il potenziamento di alcuni nodi di scambio, lavori di transizione verso la tecnologia LED degli ambienti e delle infrastrutture aziendali, apertura di depositi di bus elettrici.
Ammonta a 1,5 miliardi di euro l’insieme degli interventi di rifacimento delle strade, dei ponti e delle gallerie della città: un programma straordinario per rendere le infrastrutture sempre più sicure e garantire la mobilità e accessibilità dei cittadini.
Per garantire il raggiungimento dei target di sostenibilità ambientale e rendere la città sempre più “green” vengono proposti diversi progetti: 3 miliardi di euro per la riqualificazione energetica delle scuole, 1,5 miliardi di euro per l’efficientamento energetico delle case popolari e degli edifici pubblici, 500 milioni di euro di euro per implementare e rinnovare l’illuminazione pubblica, 300 milioni di euro per la gestione e la raccolta dei rifiuti: impianti TMB, impianto multimateriale, impianto carta e cartone, mezzi per la raccolta, cassonetti e contenitori intelligenti.
Un’attenzione particolare è stata rivolta a progetti di digitalizzazione e innovazione tecnologica, per un totale di 550 milioni di euro: realizzazione di strade e strumenti di mobilità smart, piazze smart attrezzate con dispositivi e servizi digitali (app, download di video, giornali, libri) in grado di supportare l’interazione degli abitanti di quel quartiere, facilitare l’animazione di attività sociali nella piazza e sostenere lo sviluppo di competenze digitali degli utenti.
Tutti progetti interessanti che non rappresentano tuttavia un vero e proprio piano di sviluppo della città che servirebbe per progettare i prossimi vent’anni nei quali, necessariamente, la Capitale dovrà allinearsi al processo di sviluppo avviato da anni nei principali centri urbani europei. Per questo, visti i precedenti fallimentari di gestione di grandi opere nella Capitale, se 25 miliardi del Recovery Fund italiano dovessero finire realmente a Roma ci auguriamo che il premier Draghi possa garantire ai romani la massima trasparenza ma anche la massima solerzia nell’utilizzarsi a favore di una città ormai messa in ginocchio dalla crisi, oltre che dalla pessima gestione amministrative degli ultimi vent’anni.