Il referendum sulla giustizia non ha raggiunto il quorum. Questa è una buona notizia per chi continua a vivacchiare al riparo da una giustizia rigorosa con i deboli, troppe volte ingiusta e politicamente orientata.
Solo una decina di milioni di italiani hanno inteso andare alle urne e molti di quelli che non ci sono andati non sapevano nemmeno che si votasse. Questo è tragico.
Gli osservatori internazionali continueranno a guardare al nostro processo penale e civile come ad un enigma, con una certezza, l’Italia va abbandonata al suo destino di declino con norme di ispirazione medievale che considerano i cittadini sudditi succubi da poter imprigionare in attesa di giudizio e dove i processi vengono istruiti in tempi biblici.
Oggi, ad esempio, si votava per il sindaco a Genova, li 4 anni fa crollava un ponte ed il processo inizierà solo a luglio, prevedibile che non durerà meno di quello del G8 – dieci anni – per chiarire l’umiliazione dei diritti sotto gli occhi di tutti i media internazionali. Chissà come avranno votato i genovesi per i 5 referendum.
Buona Notte Italia, va bene così, viaggiamo verso l’irrilevanza internazionale. Ipocrita piangere sulle immagini del film che raccontano la tragedia di Stefano Cucchi se si sceglie di non scegliere.
Il vulnus di non votare in democrazia può essere fatale.
I referendum non costituivano una panacea del pantano giudiziario italiano, ma avrebbero potuto essere uno stimolo, anche la sconfitta del SI con un quorum alto, avrebbe potuto stimolare un processo di riforme. Invece tutto fermo immobile e viene ad essere messo in dubbio lo stesso istituto referendario che pur in passato ci ha portato fuori dalle tenebre medievali in cui come nazione amiamo confonderci convinti che sia la migliore difesa del nostro particulare.
Da domani mattina nessuno potrà dolersi del ritardo di una causa, di un rinvio senza motivo, di una misura cautelare subita su ipotesi ed indizi, perché è quello che l’Italia vuole.
Tutti pronti a lamentarsi, nessuno disposto a battersi per la civiltà giuridica.
Politicamente la sconfitta del centrodestra sul referendum è figlia dell’incapacità di spendersi su una battaglia di civiltà mai convintamente sostenuta. Sui social solo pochi hanno ricordato l’immagine di Enzo Tortora in manette, ma la memoria, si sa, è breve. Ci teniamo, quindi, un processo civile ridotto ai minimi termini, appaltato a società private di mediazione ed alla magistratura onoraria che fa miracoli senza soldi e prospettive.
Manteniamo un processo penale che nonostante le celebrate riforme è fermo al modello ben raccontato dal film di Sordi “detenuto in attesa di giudizio”. A proposito, gli ultimi dati indicano che il tasso dei suicidi in carcere è il doppio dei detenuti in attesa di giudizio rispetto ai condannati in via definitiva, il carcere degli innocenti è una ignominia, però è vero Domenica faceva caldo e c’era il sole, meglio andare al mare. Buona Notte Italia.