Ma i vincitori di un concorso hanno la data di scadenza come fossero vasetti di yogurt? Alla Regione Lazio sembrerebbe di sì.
Scadenza che per un gruppo di ostetriche risultate idonee alla professione a seguito di un concorso bandito dalla Asl RM 2 nel maggio del 2018 potrebbe arrivare come una mannaia a fine marzo. Una graduatoria di 568 ostetriche, della quale a oggi ne sono state chiamate circa la metà. E le altre, che hanno superato ben quattro prove rischiano di veder vanificati i propri sforzi e i propri risultati.
Ma la cosa curiosa è che alla Regione Lazio avrebbero indetto altri concorsi per la stessa qualifica nonostante la presenza di una graduatoria regionale. A denunciarlo un gruppo di ostetriche che si definiscono “Combattenti” e che intendono portare avanti con forza le loro ragioni e difendere i propri diritti.
“La graduatoria prodotta dal concorso del 2018 è regionale e questo comporta che non si devono bandire altri concorsi, invece non è così”, spiega a LabParlamento Stefania (nome di fantasia), una delle vincitrici del concorso. E sarebbero tre i concorsi successivamente banditi: “A Rieti del 10 novembre 2020, un avviso pubblico all’ospedale Grassi di Ostia e anche una manifestazione di interesse per titoli alla Asl Roma 1 del 7 gennaio 2022”, spiega la nostra fonte.
Nuovi concorsi che comportano tra l’altro nuovo sperpero di denaro pubblico.
Tutto mentre queste ostetriche “combattenti”, più della metà di quelle che hanno vinto il concorso nel 2018, rischiano di uscire dalla graduatoria per decorrenza dei termini e di rimanere con in mano un pugno di mosche.
“Bisogna anche ricordare che le strutture ospedaliere e i consultori necessitano di personale che ricopra il nostro ruolo, come è stato più volte dimostrato in questi anni dalle analisi dei fabbisogni”, sottolineano le ostetriche.
“Oltre a un dovere verso il riconoscimento delle nostre posizioni è una necessità reale nei confronti delle donne che troppo spesso non trovano la giusta assistenza, né la giusta figura professionale negli ospedali e nei consultori. In tutto il Lazio ci sono ben 517 infermieri collocati nei reparti di pertinenza ostetrica. La presenza di un incremento di impiego di figure come la nostra – proseguono – è emersa anche prima del concorso, quando sono stati aumentati i posti dichiarando espressamente la necessità di mille ostetriche in tutta la regione”.
Ma la chiamata, per la metà di loro, non è ancora arrivata. E il 31 marzo eccolo.
“La Regione Lazio deve impegnarsi a far scorrere la graduatoria. O almeno il presidente Zingaretti con l’assessore D’Amato si impegnino a concedere una proroga, anche perché così non si sprecherebbero altri soldi pubblici con il bando di nuovi concorsi”, conclude Stefania, che punta il dito anche sull’uso “allegro” delle cooperative nelle strutture sanitarie pubbliche: “perché si assume personale dalle cooperative che ha un costo maggiore rispetto al personale dei concorsi?”. E la domanda appare lecita, anche perché il personale ci sarebbe in questo caso, basterebbe non lasciarlo nel dimenticatoio, in fondo a una graduatoria.