“Stiamo chiedendo ai senatori di fare uno sforzo importante. Noi abbiamo posto il 25 maggio come data per la prima lettura della riforma costituzionale, dall’abolizione del CNEL al superamento del Titolo V. Ci hanno chiesto quindici giorni in più, non il 25 maggio ma il 10 giugno. Per me va bene, purché non sia uno strumento per rinviare”. Sono le parole pronunciate ieri, 29 aprile, da Matteo Renzi, durante la registrazione del programma Porta a Porta, condotto da Bruno Vespa.
Il premier ha, quindi, accettato un allungamento dei tempi. Slitta la dead line del via libera in aula (il 10 giugno, appunto) e slitta anche la presentazione del testo base, su cui lavorare in commissione Affari costituzionali del Senato. Era prevista per il 29 aprile, se ne riparla il 6 maggio. Gli esponenti democrats più scettici sulla riforma del Senato proposta dal governo, come Vannino Chiti, parlano di “avvicinamento”. Ma restano nodi da sciogliere. Compreso quello dell’eleggibilità dei componenti del nuovo Senato.