Approvato un documento mentre lo schema di D.Lgs si appresta a tornare in Cdm
di LabParlamento
Parere favorevole da parte della Conferenza Stato-Regioni allo schema di D.Lgs di recepimento della Direttiva 2014/52/Ue in ambito di valutazione d’impatto ambientale di opere pubbliche e private. Tuttavia, il documento approvato nella riunione del 4 maggio condiziona il via libera alla modifica dello schema attraverso l’accoglimento di nove proposte (“inderogabili”), ampiamente illustrate. Una posizione, quella degli enti locali, che era emersa fin dall’inizio dell’iter di approvazione.
La Conferenza, di cui è in programma stamane un’audizione presso la Commissione Ambiente del Senato, spiega che “il non tempestivo coinvolgimento degli enti territoriali nella fase di elaborazione del testo” ha comportato una stesura da parte del Governo “lesiva delle prerogative regionali, sia sul piano delle competenze funzionali in relazione alle singole categorie di opere da sottoporre a valutazione ambientale, sia sul piano della disciplina generale del procedimento amministrativo e del coordinamento tra le diverse procedure volte al rilascio di pareri e autorizzazioni”. Di qui la richiesta di intervento.
La prima modifica riguarda la previsione di un regime transitorio che dia più tempo a Regioni e Province autonome per adeguarsi alle previsioni della Legge 241/90 sul coordinamento dei procedimenti autorizzativi nell’ambito della procedura di Via. Subito dopo, in merito alle competenze di Regioni e Province, si chiede lo stralcio dell’allegato II-bis, in attesa di “un approfondimento ulteriore con il ministero dell’Ambiente”. Partecipazione nei procedimenti: si sollecita il reinserimento della partecipazione non contemplata per il procedimento di verifica di assoggettabilità (screening), mentre con la quarta proposta di modifica si propone ” la salvaguardia delle prerogative di specialità delle Regioni e Province autonome (art. 23, comma 3bis)”.
La Conferenza chiede ancora il mantenimento delle specificità e degli attuali termini per l’espressione del parere regionale in sede di Via statale; l’eliminazione della Via postuma e il mantenimento di un livello progettuale definitivo per le Via regionali assieme a maggiori certezze per le verifiche. Ancora: l’eliminazione della perentorietà dei termini procedimentali e il mantenimento dell’attuale assetto delle procedure di Via per le Regioni. Infine, la Conferenza chiede il mantenimento di termini e modalità per la presentazione delle integrazioni nei procedimenti di Via.
L’iter di adozione del decreto è ormai giunto alle sue fasi conclusive: infatti, mancavano ormai soltanto l’acquisizione dei pareri della Conferenza Stato-Regioni e delle due Commissioni parlamentari competenti per materia per poter giungere alla definitiva approvazione del provvedimento da parte del Consiglio dei ministri e alla successiva emanazione da parte del Presidente della Repubblica.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, aveva ricordato che il termine della delega legislativa verrà a scadenza il prossimo 16 giugno. Tuttavia, la direttiva europea 2014/52 impone agli Stati membri di mettere in vigore le necessarie disposizioni attuative entro il 16 maggio, con conseguente necessità che, in caso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale successiva a tale data, venga comunque prevista una limitata clausola di retroattività della disciplina contenuta nel decreto che ne stabilisca comunque l’obbligatoria applicazione in tutto il territorio nazionale a decorrere dal 16 maggio 2017. Opportuno, dunque, che la deliberazione definitiva del Consiglio dei ministri possa intervenire al più tardi entro la settimana compresa tra il 15 e il 19 maggio.