“Non si possono affrontare situazioni nuove con logiche vecchie, e questo vale tanto in campo sanitario che per le strutture sindacali”. Ad affermarlo, nell’ambito del più ampio dibattito seguito alla presentazione del progetto “HPV Board, un futuro senza Papilloma virus” Gabriella Àncora, Presidente nazionale di CIU-Unionquadri, la Confederazione sindacale che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali.
L’iniziativa, promossa da Francesco Riva, medico, componente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e direttore del dipartimento salute della CIU, è stata presentata al CNEL giovedì scorso, e si è concentrata sulla virulenza e pervasività del Papilloma (HPV), un’infezione che, se non curata adeguatamente, può rapidamente evolvere verso forme tumorali. Un virus contagioso e subdolo che, stando alle stime, arriverebbe a colpire sino all’80% delle donne, con oltre il 50% della popolazione femminile a rischio di contrarre una forma virale ad alto rischio oncogena.
Il momento di riflessione, utile a fare il punto sulla prevenzione grazie al vaccino e alla diagnosi precoce, è stata l’occasione anche per riflettere sui grandi sconvolgimenti che la pandemia ha introdotto nei sistemi e nelle dinamiche sino allo scorso anno in essere. Nel suo intervento, in particolare, Gabriella Àncora ha posto l’accento sulla necessità di “fare rete”, ovvero non trattare più per compartimenti stagni le diverse categorie rappresentate ma stimolare tra di esse (e con il coinvolgimento delle Istituzioni) un confronto dinamico e continuo.
“La crescente complessità e multidisciplinarità degli sviluppi tecnologici, in un contesto globalizzato, necessitano di conoscenza, di competenza e di specializzazione in campi molto diversi tra loro. Ecco quale dovrebbe essere il nuovo ruolo del sindacato e questo, a parere nostro, dovrebbe rappresentare la soluzione per affrontare le prossime sfide in maniera efficace ed innovativa”.
La crisi sanitaria causata dalla recente pandemia ha mostrato come sia complesso contrastare fenomeni imprevedibili, evidenziando ancor di più la necessità di una programmazione tempestiva e adeguata per rispondere all’imprevedibilità con gli strumenti già oggi a disposizione. Tale modello è facilmente applicabile in ogni ambito organizzativo, pur anche quella sindacale.
De resto, come sottolineato da Gabriella Àncora nel suo intervento, è pacifico il fatto che il mondo del lavoro e delle libere professioni stia progressivamente transitando– e ad altissima velocità – verso una “società della conoscenza”, in cui le risorse di base non sono più solo capitale lavoro e le risorse naturali, bensì sui professionisti che lavorano con il sapere. Quale potrebbe essere, dunque, il ruolo del sindacato in questa generale trasformazione sociale ed economica in corso?
Per la CIU-Unionquadri, il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria dei Quadri e i lavoratori della conoscenza, presente al CNEL e al Comitato Economico e Sociale Europeo “è necessario aprirsi a nuove esperienze di organizzazione del lavoro, utilizzando nuovi modelli di economia “associativa”, in cui il sindacato (per sua stessa tradizione e natura) non può rimanere assente. Oggi il processo di innovazione all’interno di un’organizzazione sindacale appare una scelta obbligata”.
“Come Ciu-Unionquadri” ha ripreso Gabriella Àncora nel suo discorso, “da diverso tempo ormai e quasi anticipando i tempi, abbiamo iniziato a creare e promuovere sinergie professionali, attraverso strumenti quali la rete e la cooperazione tra le diverse professionalità da noi rappresentate, in modo da alimentare la solidarietà orizzontale, una nuova filosofia sindacale che oltre a fare cultura, si impegni a creare esperienze per generare competenze”.