di V.Sor
Riscatto della laurea agevolato, si ricorderà la tanto discussa norma (decreto-legge n.4 del 28 gennaio 2019) che nel gennaio 2019 aveva introdotto la misura con la regia del Sottosegretario Durigon, insieme a reddito di cittadinanza e quota 100, cavalli di battaglia dell’allora neonato governo gialloverde Di Maio Salvini. Il riscatto agevolato della laurea aveva una sperimentazione triennale che scade il 31 dicembre 2021.Consente di riscattare gli anni di studio universitario con un onere annuo di circa 5.240 euro. La quota annuale forfettaria è calcolata moltiplicando l’aliquota del 33% per il reddito minimo imponibile della gestione INPS di artigiani e commercianti. L’onere può essere pagato in unica soluzione o in 120 rate di almeno 30 euro mensili ed è detraibile per il 50% dalle imposte sui redditi. Questo rende la misura ancora più vantaggiosa: nel riscatto tradizionale, l’onere è determinato secondo le norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenendo conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto. Se la quota da riscattare rientra nel calcolo retributivo della pensione, dunque prima del 1996, il calcolo avviene con il metodo della riserva matematica, in cui incidono l’età e i contributi versati. Per i periodi oggetto di riscatto successivi al 1996si applica l’aliquota della gestione previdenziale di iscrizione all’ultima retribuzione annua dell’interessato. Si genera dunque, in entrambi i casi, un onere sicuramente più elevato rispetto alla misura forfettaria prevista dal DL 4/2019.
Proprio perché agevolato, il riscatto previsto dal decreto-legge n.4 del 28 gennaio 2019 è sottoposto ad alcune limitazioni: non può essere richiesto da chi non ha portato a compimento i suoi studi universitari o ha studiato lavorando e dunque versando contributi a qualunque titolo nelle casse previdenziali. Inoltre, il riscatto agevolato consente di incrementare l’anzianità contributiva ma genera, a volte, un onere ridotto e dunque un assegno pensionistico più basso rispetto al riscatto tradizionale.
Messi sul piatto della bilancia i vantaggi superano però gli svantaggi ed eccola ragione per cui il riscatto agevolato è stato accolto con entusiasmo, generando un alto numero di domande. 67.000 le domande nel 2019 e già nei primi mesi di vigenza, da marzo a luglio, il 51% dei richiedenti optavano per il riscatto agevolato (dati de “il Sole 24ore”). Nel 2020 si è arrivati a 55.000 richieste, quasi il doppio rispetto all’anno 2018, quando la misura non era ancora introdotta. Le intenzioni del governo giallo verde erano di agevolare le giovani generazioni e coloro che hanno posti di lavoro precari e instabili. Il successo dell’iniziativa si deve però, probabilmente, all’introduzione di quota 100 che, insieme al riscatto agevolato della laurea, ha aperto uno spiraglio di luce a tutti coloro che, prossimi alla pensione, erano rimasti incastrati nella rete della riforma Fornero. Oggi l’impennata delle domande spinge il nuovo esecutivo a studiare una proroga o una definitiva stabilizzazione della norma, ampliando magari anche la platea dei potenziali beneficiari alle casse dei liberi professionisti finora esclusi.