Via libera delle Camere al documento della maggioranza
di Valentina Magri
Sterilizzazione delle clausole che prevedono l’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti nel 2018, sostegno al lavoro giovanile con interventi mirati sul cuneo fiscale, prosecuzione nella riduzione della pressione fiscale complessiva. Queste le principali raccomandazioni contenute nella risoluzione presentata dalla maggioranza di Governo sul Documento di economia e finanza approvata ieri da Camera e Senato, rispettivamente con 284 sì, 150 no e 5 astenuti; 158 sì, 99 no e 2 astenuti. Def che è stato accompagnato dalla manovra di correzione dei conti pubblici per il 2017 (il Decreto legge è stato trasmesso alla Camera, dove in Commissione Bilancio avrà inizio il suo iter di conversione).
La risoluzione, vincolando l’Esecutivo al rispetto della sostenibilità dei conti pubblici, lo impegna in primo luogo ad evitare il maxi-aumento dell’Iva e delle accise per il 2018 previsto dalle clausole di salvaguardia, che il Governo aveva affermato di voler sostituire con “misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all’evasione”.
Inoltre, la risoluzione prevede il rafforzamento degli investimenti pubblici, interventi sul cuneo fiscale per favorire l’occupazione giovanile, l’attuazione della legge delega di contrasto alla povertà attraverso la definizione del Reddito di Inclusione e l’assegno di ricollocazione. Si tratta di provvedimenti coerenti con l’obiettivo dichiarato del Def, in occasione della sua approvazione in Cdm e presentazione in conferenza stampa l’11 aprile, ovvero: “innalzare stabilmente la crescita e l’occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche”.
Gli impegni presi con la risoluzione si aggiungono ai provvedimenti pro-crescita già previsti dal Documento: 1,6 miliardi per il pubblico impiego, 1 miliardo per la decontribuzione strutturale dei neoassunti under 35 oltre a nuove misure per il rilancio di crescita e investimenti, incentivi per il salario di produttività.
Infine, la risoluzione impegna il Governo a interventi per aumentare le entrate per lo Stato: valutare il programma di privatizzazioni anche in rapporto agli obiettivi strategici di politica industriale, ridefinire l’Irpef, semplificare il complesso sistema tributario. A cui si aggiungono misure per aumentare le entrate, già previste dal Def, come la cedolare secca del 21% anche sugli affitti brevi (leggi: Airbnb), che potrebbero portare a ricavi di 40 milioni di euro l’anno.
Uno scenario, questo che emerge dai documenti finanziari e dalla risoluzione, nel quale tagli alle tasse o alle spese anche quest’anno latitano mentre, come di consueto, si preferisce attendere per ricorrere a nuovi margini di flessibilità con l’Europa, sebbene il loro ottenimento si traduca solitamente in estenuanti trattative sui decimali.