Nella migliore delle ipotesi sono un copia e incolla di precedenti versioni, con progetti riesumati e riadattati per l’occasione, ma il più delle volte sono un libro di sogni e favole. Esattamente l’opposto di ciò di cui una città malata come Roma avrebbe bisogno per rimettersi in piedi e spiccare il volo.
Stiamo parlando dei programmi elettorali dei candidati sindaci, analizzati nel rapporto Monitoroma, l’osservatorio creato da associazioni civiche cittadine (Città 2050, Passo Civico, Per Roma, Roma Europea, Tutti per Roma.Roma per Tutti) con lo scopo di esaminare i programmi presentati dai candidati sindaci alle prossime votazioni comunali del 3 e 4 ottobre. A leggere dal rapporto un giudizio assolutamente negativo: “mancano indicazioni di spesa e di tempi: verifiche impossibili”.
Di seguito una sintesi del rapporto:
I programmi elettorali dei candidati sindaci? Libri dei sogni, elenchi di progetti non verificabili, senza pianificazione, privi troppo spesso dell’indicazione di costi e di tempi: insomma che rischiano di essere documenti inutili e letti da nessuno.
Dal 1993, quando la legge elettorale impose agli aspiranti sindaci di presentare formalmente il loro programma al momento di depositare la candidatura, è la prima volta che qualcuno tenta una valutazione di quei documenti non dal punto di vista politico, ma puramente tecnico.
Monitoroma lo ha fatto affidandosi a oltre venti esperti, il cui operato è stato validato da un Comitato di garanti composto da personalità della società romana e nazionale come Giorgio Alleva; Angelo Argento; Innocenzo Cipolletta; Fiorenza Deriu; Luigi Mastrobuono ; Maria Luisa Mirabile; Costanza Pera, Fabio Pistella. Il coordinamento del lavoro è stato svolto da Claudio Cipollini, ideatore e portavoce della iniziativa e da Emma Amiconi, Roberto Corbella, Fabrizio Mottironi, Marco Ravaglioli, Cesare San Mauro e Andrea Zapponini.
Il Rapporto che ne è scaturito mostra chiaramente l’inadeguatezza dello strumento-programma. “Nei documenti depositati dai candidati – afferma Monitoroma- manca qualsiasi programmazione del lavoro ipotizzato, qualsiasi previsione concreta della spesa e dei tempi previsti. In questo modo per i cittadini è del tutto impossibile verificare il rispetto degli impegni da parte dell’Amministrazione: ed era questo lo scopo della legge del 1993. Lo strumento-programma va cambiato”.
Intanto, Monitoroma lancia una proposta: il Sindaco eletto presenti entro un mese alla città il calendario di marcia della propria amministrazione, gli obbiettivi da perseguire anno per anno. I cittadini potranno verificare almeno il rispetto dei tempi.
Per i programmi di Calenda, Gualtieri, Michetti e Raggi poi Monitoroma ha approfondito ulteriormente l’analisi. Spiega Monitoroma: “Non è stato possibile farlo per tutti i 22 candidati sindaci. I documenti programmatici dei sono stati resi disponibili dal Comune solo il 14 settembre e sarebbe mancato il tempo:
abbiamo dovuto fare una scelta e ci siamo limitati ai candidati considerati unanimemente i più favoriti”.