“Normalità”, una parola che dopo la pandemia Covid agli italiani appare sempre più un miraggio. E per i cittadini della Capitale dopo cinque anni di Raggi sembra addirittura una chimera. Ma è tra gli obiettivi principali del candidato sindaco del centrodestra, Enrico Michetti.
“Riportare Roma alla normalità, non si può vivere in continua emergenza“. Non ha dubbi l’avvocato romano. Trasporti, rifiuti, sicurezza e turismo i temi affrontati ieri sera nel corso dell’incontro organizzato da Cis e Realtà Nuova. Nodi da risolvere che non possono più prescindere da quella normalità che da troppo tempo manca alla città. “Occorre pianificazione e innovazione tecnologica”, ha sottolineato Michetti.
E poi ancora, rivolgendo uno sguardo a quelli che erano i “salotti buoni” della Capitale, come l’Esquilino che accoglieva chi arrivava a Roma dalla stazione Termini, ma anche alla stazione Tiburtina e al degrado che è sotto gli occhi di tutti, ha puntato il dito. “La solidarietà non è l’equivalente della clandestinità e dell’irregolarità“. Dando una stoccata di destra. Di quella destra che Domenico Gramazio, presidente della Fondazione Rivolta Ideale, che l’altra sera ha fatto gli onori di casa, si è sgolato a dichiare “unita”. Perché Gramazio, ex senatore, da politico di razza qual’è, sa che l’unica strada che porta alla vittoria è l’unione della coalizione. Altre non ce ne sono. Anzi ce ne sono. Ma portano a sbattere.
E per Enrico Michetti al termine dell’incontro non poteva mancare la domanda tormentone. “Michetti chi?”. La risposta è stata netta. Un po’ piaciona, ma ci sta. “Uno di voi”. Ma altrettanto netta la replica al nostro quesito che giocando sulle parole ha voluto fare una variazione sul tema. “Michetti chi, l’abbiamo capito, ma Michetti perché?”. “Per risollevare Roma”, ha concluso sicuro il candidato sindaco di centrodestra in corsa per il Campidoglio. Buon lavoro Enrico Michetti, che da queste parti c’è n’è da fare. Ce n’è da fare assai.