Negli ultimi giorni ACoS (agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale) ha presentato integralmente la XIII indagine sulla qualità della vita e dei servizi pubblici locali a Roma riguardante l’anno appena passato.
L’indagine è stata condotta in due fasi diverse dell’anno, la prima nel mese di maggio mentre la seconda in autunno per verificare come la pandemia ha influito sui cittadini capitolini. Le interviste di ognuna delle due fasi di rilevazione sono state condotte con metodo CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing) prendendo in considerazione due diversi campioni di 5.760 residenti dai 15 anni in su, stratificati per genere, età e residenza. Dopo sette anni di voto insufficiente, nello scorso anno in entrambe le campagne, la capitale ha raggiunto la sufficienza.
Dall’analisi è emerso che i cittadini che hanno espresso il voto più alto sulla qualità della vita, risiedono nel I Municipio che racchiude il centro storico di Roma oltre al territorio compreso tra la Città del Vaticano e il quartiere Della Vittoria. A differenza invece, il voto più basso è stato espresso dai cittadini che risiedono nel Municipio V al quale appartengono i quartieri come Prenestino, Centocelle, Tiburtino, e X Municipio l’unico ad affacciarsi sul Tirreno. Dunque, ancora dopo anni, è possibile notare come la vita del centro storico sia completamente a sé rispetto ad alcune delle zone periferiche romane, che si ritrovano perennemente abbandonate dalle istituzioni.
A tutti gli intervistati che hanno aderito alla campagna dell’ACoS è stato inoltre domandato di assegnare un voto a 18 servizi pubblici locali. I risultati hanno affermato l’alto gradimento di alcuni settori quali quello idrico e culturale mentre non hanno guadagnato, per qualche decimo di punto, la sufficienza i trasporti pubblici. Il servizio tpl di superfice ha ricevuto una votazione, nella prima fase, pari al 5.2 mentre si sono aggiudicati sempre nella prima fase, una votazione pari a 5.8 i servizi Metro A-B-C. Votazioni che fanno ben sperare in quanto molto vicine, per la prima volta dal 2016, alla sufficienza. Ma la situazione è andata leggermente peggiorando nella seconda fase, ottobre, che corrisponde alla ripresa della vita “normale”.
Come sottolineato dalla stessa Agenzia “la situazione è più grave nel servizio di superficie erogato da Atac, con oltre 4mila corse soppresse al giorno, in gran parte (41%) per guasti alle vetture; per la metropolitana lo scostamento dai livelli attesi è minore, ma cresce il numero delle corse perse, quasi 34mila nel 2019, 93 in media al giorno, soprattutto dovute a problemi organizzativi di adeguamento orario”. Totalmente insufficienti invece sono risultati servizi come la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti, quest’ultima gestita da AMA s.p.a per conto di Roma Capitale. Per quel che riguarda la quantità di rifiuti prodotti nei primi tre mesi dell’anno si è rilevata una riduzione dell’8% rispetto al 2019, causata principalmente dal lockdown. Entrambi i servizi sia nella prima che nella seconda fase si stabilizzano sul 4.5 “migliorando” di qualche unità rispetto al 2019. Inoltre la stessa ACoS ha reso noto che “Ad essere in progressivo peggioramento sono le aree verdi e l’illuminazione pubblica” che risultano, a detta di molte associazioni locali, inesistenti. Sono state molte le segnalazioni dei cittadini verso le istituzioni a denuncia di quest’inesistenti servizi pubblici essenziali per la “vita” dei quartieri periferici romani.
A margine della pubblicazione dei risultati dell’analisi, Carlo Sgandura Presidente ACoS ha voluto sottolineare che “l’Agenzia è sempre più vicina ai cittadini/utenti, ottimizzando e amplificando i canali di comunicazione e svolgendo sempre più in profondità l’analisi degli elementi acquisiti”. “Roma – continua Sgandura – rimane la sola capitale a fruire di un tale strumento di studio, in grado di supportare l’amministrazione capitolina nell’adozione delle sue scelte nell’erogazione dei Servizi pubblici locali”.