Emergenza sanitaria e arrampicamenti sugli specchi permettendo maggio-giugno 2021, o al più tardi in autunno, si dovrebbero aprire le urne per consentire ai romani di scegliere il nuovo Sindaco. Una data certa ancora non c’è, così come, eccetto alcune fuoriuscite a titolo personale o date dall’opinione pubblica, non c’è una rosa di candidati alla poltrona rossa del Campidoglio.
Di certo abbiamo Virginia Raggi, prima Sindaca di Roma, che violando la norma penta-stellata che vieta più di due mandati, ha annunciato la sua ricandidatura a Primo Cittadino. Bisognerà poi vedere se i giochi del palazzo la confermeranno come guida politica romana o se verrà sacrificata in favore di nuove alleanze tese a provare di evitare quanto più possibile collassi di consensi e voti. Ma cosa propongono le altre forze politiche?
A sinistra, anche se non ha avuto riscontri particolari, c’è Carlo Calenda, leader di Azione, che non vuole le primarie e vuole imporsi come leader maximo del centrosinistra. A destra, sembrava risorta come l’araba fenice il nome di Guido Bertolaso, l’uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, l’uomo chiamato durante le grandi emergenze e certo Roma, nelle condizioni di estremo degrado in cui si trova, appare certamente un caso grave. Ora però, la chiamata di Fontana a dirigere la campagna vaccinale della regione Lombardia potrebbe bloccare le ambizioni da sindaco del Guido nazionale. Si parla anche di Francesco Rocca ( presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa) e Andrea Abodi (presidente dell’Istituto per il credito sportivo) come possibili sfidanti sul versante centrodestra.
Nel 2016 fu Bertolaso il prescelto, prima di un brutale e poi verificatosi nefasto dietrofont su Alfio Marchini, il belloccio falce e martello sposato da un pezzo di destra che ha mestamente chiuso a poco più del 10% dei voti romani, sbarrando di fatto la strada alla romanissima, Giorgia Meloni, che per lo stesso diametro della cruna di un ago non approdò al ballottaggio.
Al suo posto andò Roberto Giacchetti, candidato del PD ma non di tutto il centrosinistra, fronteggiato, in maniera decisamente meno influente rispetto al centrodestra, dalla Sinistra Italiana di Stefano Fassina. Come ci troviamo oggi? Con un Movimento 5 Stelle ai minimi storici dal momento della sua nascita. Il suo elettorato si è ridotto drasticamente, quasi contemporaneamente alla scadenza dei redditi di cittadinanza che tanto sollievo hanno dato ai professionisti del divano. Poi c’è la parte di quelli traditi, delusi, dall’apparentamento con il PD. Poveri quelli che credevano che mai le stelle grilline si sarebbero unite al “partito di Bibbiano”. Serve un’inversione della rotta per evitare l’oblio.
La sinistra deve capire cosa vuole fare da grande: perdere nuovamente a Roma sarebbe un dramma, soprattutto in vista delle elezioni, lontane ma nemmeno troppo, per la Presidenza della Regione Lazio, dove Zingaretti dopo un primo mandato sostanzialmente accettabile, nel secondo tra Segreteria del PD, mascherine e polemiche varie, sta attraversando qualche difficoltà. Nei giorni scorsi, è spuntato anche il nome di Roberto Gualtieri, ex Ministro dell’Economia e vincitore delle elezioni suppletive dello scorso anno nel seggio di Roma centro.
La destra deve assolutamente trovare un’unità di intenti su un candidato unico, sostenuto convintamente da tutte le forze di coalizione per evitare il riaffacciarsi dei fantasmi del passato che ancora echeggiano con un: “se fossimi andati uniti avremmo vinto…”.
Poi ci sono altre candidature, forse, visti i precedenti e conoscendo almeno mediaticamente il personaggio, più di “protesta” che di reale proposta. Un nome a caso? Il pluri-candidato Vittorio Sgarbi, già parlamentare, già Sindaco di Sutri, già candidato alle regionali in Emilia Romagna, già…
Poi ci sono i giovani, quelli guidati da Federico Lobuono, appena 20anni. Un gruppo di giovani sicuramente ambizioso ma che, obiettivamente, non potrà scontrarsi con i big della politica, almeno per il momento.
Sicuramente ammirabili però e non si può che fargli un caloroso in bocca al lupo, sperando che possano vivere al meglio, nella maniera più genuina e sana la competizione elettorale. Tra i candidati Sindaco, quest’ultimo “ufficiale”, almeno sui manifesti, Tobia Zevi. “Non cambiare città, cambiamo Roma”. Questo il suo slogan. Da qui al voto se ne aggiungeranno tanti altri di manifesti, di motti, di frasi ad effetto, ed obbligatoriamente di nomi. La partita però, ad oggi, è ancora in alto mare. Mancano i giocatori…
Chi vuol essere Sindaco di Roma? Chi vuol prendere il posto della Raggi?
Tempo al tempo…