Si sono tenute ieri e oggi le celebrazioni per il centenario dell’istituzione della Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza Università di Roma. Dopo la cerimonia di inaugurazione che si è tenuta presso l’Aula magna del Rettorato, la Sala lauree di Scienze Politiche ha ospitato il Convegno di studi “Scienze politiche: le sfide di oggi, il sapere di domani”.
“Celebriamo oggi un traguardo importante – ha dichiarato ieri nel suo intervento il professor Pierpaolo D’Urso, preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione –: i 100 anni della Facoltà di Scienze Politiche, un luogo dove la conoscenza politica ha plasmato generazioni di pensatori, studiosi, accademici, leader politici e della società civile, donne e uomini delle istituzioni e cittadini consapevoli”.
“La Facoltà di Scienze Politiche – ha ricordato D’Urso – è stata istituita il 4 settembre 1925 e l’economista Alberto De Stefani ne fu il primo Preside. La Facoltà rappresentava il compimento di un progetto che affondava le sue radici nel pensiero di Angelo Messedaglia, professore di Economia e Statistica del nostro Ateneo, che sottolineava la necessità di affiancare allo studio del diritto una formazione multidisciplinare che includesse economia, statistica, storia, sociologia e geopolitica”.
“Cento anni non sono solo un simbolo di longevità, ma un testamento di dedizione, impegno e visione – ha aggiunto il preside –. Questa Facoltà, con le sue radici salde nella tradizione e lo sguardo sempre rivolto al futuro, è stata ed è una fucina di idee, dove si coltiva la speranza per una società migliore e più giusta. Dopo la riforma del 2010 la nostra Facoltà ha ampliato la portata della sua visione con l’unione di altre anime altre anto preziose: Sociologia e Comunicazione. Il nuovo assetto della Facoltà è costituito oggi da tre dipartimenti in due dei quali è confluita, in diversa misura, l’eredità della storica Facoltà. Questa integrazione – che rappresenta la naturale evoluzione della visione innovativa e lungimirante di Messedaglia – ha rafforzato ulteriormente il ruolo della nuova Facoltà come colonna portante del più grande Ateneo d’Europa. Grazie a questa fusione, oggi siamo un polo multidisciplinare unico – che accoglie oltre 12.000 studentesse e studenti, dimensioni di un Ateneo medio – capace di affrontare le sfide della contemporaneità con uno sguardo ampio e inclusivo”.
“In questi cento anni, la Facoltà ha avuto un ruolo cruciale nella politica italiana e internazionale – ha sottolineato D’Urso –. Dal dopoguerra alla costruzione della democrazia, dalla partecipazione ai grandi processi di integrazione europea fino alle missioni per la pace, questa Facoltà è stata protagonista della storia del nostro Paese. La nostra missione, come comunità accademica, è stata e continuerà a essere quella di formare giovani capaci di navigare la complessità del mondo contemporaneo, con una mente critica e un cuore aperto affinché la realtà non sia solo subìta, ma compresa e trasformata. La ricerca, il dubbio, il confronto sono i pilastri di questa Facoltà, che da cento anni coltiva il coraggio di porre domande per trovare risposte autentiche. Oggi guardiamo ai giovani, a voi studentesse e studenti, con grande fiducia. Siete voi gli eredi di questo immenso patrimonio, ma anche i costruttori del domani. È attraverso il sapere che si conquista l’autonomia per affrontare le sfide del presente e del futuro. Tra i laureati della nostra Facoltà vi sono numerose personalità illustri, come Paolo Gentiloni – già commissario europeo per gli affari economici e monetari e Presidente del Consiglio dei ministri, e Rosanna Oliva de Conciliis – che con coraggio e determinazione ha aperto in Italia la strada verso la parità di genere nelle carriere della Pubblica Amministrazione. Da entrambi sentiremo tra poco una testimonianza come ex studenti della nostra Facoltà. Tra i suoi più illustri docenti, la nostra Facoltà ha avuto anche alcuni martiri della Repubblica, vi ime del terrorismo, che hanno sacrificato la propria vita al servizio delle istituzioni e della democrazia: Aldo Moro, Vittorio Bachelet e Massimo D’Antona. Nella celebrazione dei 100 anni della nostra Facoltà, il ricordo di questi illustri Servitori dello Stato è un doveroso a o di memoria e gratitudine. Come comunità accademica abbiamo la responsabilità di tramandare alle nuove generazioni il loro esempio di impegno e servizio, riaffermando i valori che hanno difeso fino all’ultimo: il dialogo, la giustizia e la dignità del lavoro, fondamenta irrinunciabili di una società libera e democratica”.
“Oggi – ha evidenziato il preside – la Facoltà è chiamata a confrontarsi con le drammatiche sfide dell’attualità: dai confli i che continuano a segnare il nostro tempo alla necessità di risposte globali alle disuguaglianze e alle migrazioni. Ma è nelle sfide che troviamo la nostra forza: siamo pronti a costruire ponti dove altri alzano muri. La multidisciplinarità è il cuore pulsante della Facoltà: diritto, storia, scienza della politica, economia, statistica, sociologia, lingue e comunicazione convivono e interagiscono tra loro, offrendo un panorama formativo unico nel suo genere. Questo approccio ci ha permesso di affrontare le grandi trasformazioni sociali e culturali degli ultimi cento anni, contribuendo alla vita politica e all’amministrazione della cosa pubblica con un impatto profondo e duraturo. Nel celebrare i cento anni della Facoltà di Scienze Politiche, non possiamo ignorare le profonde trasformazioni che stanno investendo le democrazie contemporanee. Crescente sfiducia nelle istituzioni, polarizzazione politica, crisi della rappresentanza e nuove forme di autoritarismo stanno mettendo alla prova i modelli democratici tradizionali, richiedendo una riflessione critica e la ricerca di nuovi paradigmi di governance. In questo scenario, la nostra Facoltà è chiamata a svolgere un ruolo centrale nell’analisi e nella proposta di modelli innovativi, capaci di rispondere alle sfide della contemporaneità. Studiare e comprendere le trasformazioni della democrazia significa non solo analizzarne le fragilità, ma anche individuare nuove prospettive capaci di rafforzarne i principi fondamentali, adattandoli alle esigenze di una società sempre più interconnessa e complessa. In un’epoca di transizione, la ricerca scientifica e il confronto accademico sono strumenti essenziali per immaginare il futuro della democrazia e della politica: la politica non è solo gestione del potere, ma è il tessuto connettivo della democrazia, il respiro che anima le società libere. A tal proposito, il 12 e 13 giugno organizzeremo il Convegno di Facoltà dal titolo ‘Democrazia, Autorità, Processi Globali. Cent’anni di Facoltà’. Viviamo un’epoca di sfide determinanti, che ci impongono di ripensare il concetto stesso di società. Ma ogni sfida è anche un’opportunità: quella di reinventarci, di osare di immaginare un mondo più giusto, inclusivo e sostenibile. Come ci ricorda Hegel ‘La storia del mondo è il progresso nella coscienza della libertà’. La nostra Facoltà, in cento anni di storia, ha contribuito proprio a questo progresso, costruendo un sapere che è insieme radicato nel passato e proiettato verso il futuro, sempre al servizio della libertà e della giustizia.
“In questo centenario, onoriamo il passato, ma sopra u o ci impegniamo per il futuro – ha affermato D’Urso –. E allora, lasciamo che questo centenario non sia solo un momento di celebrazione, ma un grido di speranza. Immaginiamo insieme i prossimi cento anni: un mondo dove la conoscenza politica non sia esclusiva, ma condivisa; dove la democrazia non sia solo un ideale, ma una pratica 4 quotidiana vissuta da ciascuno di noi; dove sapere e amore si uniscono per creare una società più umana. Il Centenario della nostra Facoltà cade nell’anno del Giubileo, occasione straordinaria per riflettere sul valore della solidarietà, della pace e dell’inclusione, opportunità in cui la nostra Facoltà si pone come protagonista a iva, ossia come motore di cambiamento sociale al fine di promuovere valori universali e come luogo dove la conoscenza si pone al servizio del bene comune. La Facoltà guarda al futuro con visione e determinazione, pronta a cogliere le sfide dell’internazionalizzazione, delle trasformazioni geopolitiche e sociali, della innovazione tecnologica e delle rivoluzioni digitali, come l’intelligenza artificiale, che sta cambiando il modo in cui impariamo, lavoriamo e viviamo. Ma la sfida più bella sarà insegnare a realizzare una società più inclusiva, accogliente, che garantisca il rispetto dei diritti umani, che insegni il valore del confronto come mezzo di risoluzione delle controversie, nelle quali devono trovare ruolo dominante la dialettica, il dialogo, il buon senso, la bontà. Una Facoltà che insegni a costruire e a vivere la pace. Come ci ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo intervento in occasione della Giornata del laureato qui in Sapienza, ‘La libertà, la pace e i diritti umani passano attraverso il dialogo […] e l’Università deve educare alla libertà e al confronto’”.
“Grazie a tutti voi che avete contribuito a rendere questa Facoltà un pilastro della cultura e della società. E grazie a voi, giovani, che siete la nostra speranza e la nostra promessa. Andate avanti con coraggio, con la consapevolezza che ogni piccolo passo verso il cambiamento è un a o d’amore per l’umanità. E ricordate, questa Facoltà non è solo un luogo di studio, ma un faro di speranza, un crocevia di sogni e ambizioni, un laboratorio dove si forgiano le menti e i cuori di chi cambierà il mondo. È qui, tra queste aule, che il passato incontra il futuro, che le idee si trasformano in azioni, che la passione diventa forza per costruire una società migliore. Ognuno di voi è una scintilla di questa grande storia, una promessa di ciò che possiamo diventare insieme. Non dimenticate mai che il sapere è potere, che il coraggio di credere in un ideale può illuminare il cammino dell’umanità. Auguri alla Facoltà di Scienze Politiche – oggi Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione – affinché – ha concluso D’Urso – possa continuare a essere un punto di riferimento per la conoscenza, la democrazia e la crescita delle nuove generazioni e della società”.