“Il turismo è un motore indispensabile per l’economia del nostro territorio e contribuisce in maniera significativa alla produzione di reddito e posti di lavoro. La quota di PIL attivata direttamente ed indirettamente dal comparto turistico nella Regione Lazio si attesta intorno al 13% e ad esso concorre enormemente l’economia turistica del territorio di Roma Capitale e della sua Città Metropolitana (oltre l’80%)“. Lo scrive in un documento l’associazione di albergatori romani riunita sotto la sigla di Federalberghi.
Negli alberghi della Città Metropolitana di Roma Capitale il dato occupazionale del 2019 è stimato in 48.000 unità (Fonte Ente Bilaterale Turismo del Lazio) tra lavoratori con rapporto diretto oppure tramite aziende appaltatrici. Se consideriamo il primo e il secondo indotto il numero dei dipendenti che gravitano intorno alle strutture alberghiere raggiunge le 145.000 unità circa.
Il documento, destinato ai candidati sindaci in vista delle amministrative di ottobre ha l’obiettivo di mettere al centro del dibattito politico i temi centrali del rilancio della Capitale, nell’era post covid, ma soprattutto alla luce di una crisi economica che già segnava il passo in una città indietro rispetto alle grandi metropoli europee.
Di seguito il testo del documento di Federalberghi Roma:
Fra le questioni di carattere generale riteniamo pertanto, in primis, dover rappresentare la necessità di attribuire a Roma Capitale uno status speciale con norme e disciplina di gestione e funzionamento dell’apparato amministrativo specifiche in virtù delle sue peculiarità quali le dimensioni del territorio, il numero degli abitanti, sia residenti che escursionisti, la movimentazione turistica, (sul modello di quanto previsto per altre capitali europee) e soprattutto per il suo ruolo di Capitale d’Italia, prevedendo:
- Dichiarazione di Roma Capitale quale “Territorio Turistico” con relative declinazioni della dichiarazione di principio in atti concludenti dell’amministrazione. Nel 2019 la domanda complessiva negli esercizi alberghieri e negli esercizi ricettivi complementari della Città Metropolitana di Roma Capitale è stata pari a 23.226.943 arrivi e 54.124.867 presenze (Fonte Ente Bilaterale Turismo del Lazio). Se consideriamo una spesa turistica media pro capite per il periodo del viaggio pari a 500,00 € (Fonte Istituto Piepoli-CCIAA di Roma), si stima una spesa turistica complessiva di 12 miliardi circa.
- Esercizio della delega sul turismo a Roma in termini di promozione e programmazione del territorio, anche attraverso azioni di promo-commercializzazione (B2B, educational tour, ecc.) utilizzando parte delle risorse provenienti dal gettito del contributo di soggiorno il cui incasso per il 2019 è di quasi 122 milioni di euro.
- Attribuzione delle deleghe in materia turistica ai vertici dell’Amministrazione capitolina – sindaco o vice sindaco – in quanto dalla gestione trasversale/apicale del turismo derivano oggettivi benefici come riscontrato durante l’amministrazione Veltroni (con deleghe attribuite al vice sindaco), ma anche a livello regionale nella gestione Zingaretti (con deleghe in materia di turismo attribuite al vice presidente della Regione ed al presidente stesso nel primo mandato), nonché a livello di Governo centrale (esercizio delle funzioni in materia turistica in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo Berlusconi).
- Investimenti di Roma Capitale su eventi, congressi e fiere di rilevanza internazionale che hanno un effetto moltiplicatore e determinano una ricaduta positiva sul tessuto economico della città. 1. Basti pensare ad un evento quale il grande congresso sulle malattie cardiovascolari che si è svolto alla Nuova Fiera di Roma che si è svolto alla Nuova Fiera di Roma dal 27 fino al 31 di agosto 2016 e a ciò che ha portato alla città un evento con tali numeri in termini di fruizione di alberghi, ristoranti, attività commerciali, trasporto privato e pubblico ai quali aggiungere l’introito del contributo di soggiorno per il Comune di Roma (con un incasso stimato di oltre 1 milione di euro per il periodo dell’evento).
- Creazione di una Agenzia del Turismo dedicata alla città di Roma che si occupi di promozione, organizzazione, gestione e coordinamento di campagne promo-pubblicitarie, di iniziative di sviluppo della città di Roma sulla scorta della precedente esperienza maturata durante il mandato Veltroni con l’Agenzia del Turismo del Comune di Roma, con la partecipazione consultiva delle Associazioni di categoria. Anche attraverso tale strumento si darebbe attuazione al conferimento delle deleghe previste in materia di ordinamento di Roma Capitale, dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, relative alla valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali, allo sviluppo del settore produttivo e del turismo, allo sviluppo urbano, all’edilizia pubblica e privata, ecc.
- Controllo del territorio, contenimento dei fenomeni di microcriminalità, pulizia e decoro urbano.
- Lotta all’abusivismo ricettivo. È essenziale l’adozione di misure a contrasto dell’abusivismo ricettivo totale o parziale, soprattutto con riferimento alle locazioni brevi e agli alloggi per uso turistico, come di seguito illustrate.
a) Necessaria implementazione dell’attività di repressione da operarsi nei confronti delle strutture non in regola attraverso il coordinamento di tutte le forze presenti sul territorio. La presenza di attività totalmente o parzialmente abusive comporta, tra gli altri, anche un problema di sicurezza posto che in situazioni di tensioni terroristiche c’è l’assoluto bisogno di tenere sotto controllo chi arriva a Roma. Le strutture abusive evadono inoltre, totalmente o parzialmente, la normativa contabile e fiscale a cui si aggiunge l’inosservanza degli adempimenti in materia di contributo di soggiorno che tali strutture omettono di riscuotere e/o versare in tutto o in parte. Nel territorio di Roma Capitale insistano numerosi alloggi per uso turistico (cd. locazioni brevi) – molti dei quali completamente abusivi – i quali, stante l’attuale quadro normativo, rischiano inoltre di sfuggire del tutto all’osservanza di qualsivoglia normativa igienico-sanitaria volta a prevenire la diffusione del virus Covid-19 mettendo così a grave rischio gli equilibri sanitari che le Istituzioni, sia nazionali che territoriali, hanno perseguito in questi mesi sottoponendo tra l’altro la popolazione a limitazioni e sacrifici che hanno avuto, come fisiologico effetto collaterale, quello di mettere in grave crisi l’economia dell’intero Paese.
b) Sul territorio di Roma Capitale esistono molteplici forme di ricettività che sfuggono alle classificazioni ufficiali e che pertanto possono ritenersi abusive. È possibile affermare che esse siano in numero persino superiore rispetto a quelle ufficialmente registrate. È sufficiente fare una ricognizione su internet, sui principali portali di prenotazione, da Booking a Tripadvisor, a Airbnb per constatarne i numeri che sono allarmanti. Con riferimento ai rapporti con portali di prenotazioni e OTA – Agenzie di prenotazione on line – l’approccio con esse deve essere maggiormente incisivo, tenuto conto che le stesse sono frequentemente intermediarie di attività non autorizzate presenti sul territorio comunale, totalmente e parzialmente abusive.
c) Dare maggiore risalto mediatico a tutte le iniziative di contrasto all’abusivismo che
vengono attuate. La lotta all’abusivismo e i risultati raggiunti devono essere enfatizzati affinché tali iniziative, possano costituire esse stesse un deterrente all’abusivismo e a tutti quei fenomeni speculativi che vedono in primo luogo nelle locazioni brevi e negli alloggi per uso turistico non ciò che dovrebbero essere in realtà, ma un terreno dove poter ottenere risultati economici rilevanti con scarsi o nulli investimenti.
8. Adozione di provvedimenti di tipo urbanistico edilizio per le strutture ricettive (esercitando anche in questo caso la delega per l’ordinamento di Roma Capitale) non solo finalizzati al recupero di volumi inutilizzati, alla riqualificazione delle strutture ed all’innalzamento del livello dei servizi, ma anche ai fini del mutamento di destinazione d’uso che coinvolge gli immobili turistico ricettivi, iniziative che trovano, in particolare nella disciplina urbanistica comunale, molteplici ostacoli di realizzazione.
9. Ridurre il peso dei tributi locali sulle strutture ricettive. La pressione fiscale sulle imprese italiane è la più alta in Europa. Per le imprese ricettive ciò è aggravato dalle imposte locali. È necessario:
a) Ridurre le imposte locali attraverso abolizione o alleggerimento del contributo di soggiorno oppure, in subordine, l’utilizzo di parte del gettito come indicato al punto 2.
b) Ridurre IMU su immobili alberghieri;
c) Tariffa Rifiuti:
1. Assimilare la Tariffa Rifiuti per gli alberghi alle utenze domestiche, applicando tariffe ad uso domestico alle superfici dei corridoi e delle camere d’albergo e ad altri locali alberghieri assimilabili nella produzione di rifiuti alle abitazioni. L’articolo 68 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n.507, nell’articolazione delle categorie di utilizzazione, assimila, in via di massima, i locali ed aree ad uso abitativo per nuclei familiari, le collettività e le convivenze agli esercizi alberghieri.
2. Tenere conto, nella determinazione della tariffa, delle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, applicando, in ogni caso, le tariffe relative alle utenze domestiche ai locali alberghieri assimilabili, nella produzione di rifiuti, alle abitazioni. In tal modo verrebbe dato adeguato rilievo al principio per cui aree che presentino la stessa potenzialità di rifiuti debbano essere tassate con il medesimo criterio.
3. Oltre all’esclusione per le aree scoperte pertinenziali e accessorie, è necessario che vangano escluse dalla TARI anche le aree comuni dell’albergo assimilabili a quelle condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile (ad esempio, scale, lavanderia, locali caldaia, ascensori, ecc.).