Roma, al 27° posto nel mondo, batte Milano (46° posto) per qualità del cibo, dei servizi turistici e della qualità degli appartamenti. Il capoluogo meneghino, invece, si difende bene in fatto di servizi orientati all’occupazione e per quelli legati all’imprenditoria, soprattutto alle startup, insieme all’efficienza dei trasporti
di Alessandro Alongi
Sarà per il fascino del barocco o per gli intramontabili echi dell’Impero, l’attrattiva del papato, delle infinite gallerie d’arte o, forse, per quella spensieratezza che si respira per le strade, ma è Roma la meta italiana preferita dai millennials, la generazione di giovani nata tra gli anni ’80 e 2000 che piacevolmente la sceglierebbe per viverci, anche a discapito della più organizzata Milano.
È quanto emerge dal Millennial City Ranking, speciale rilevazione operata dal portale di affitti Nestpick e volta non solo ad individuare le città mondiali che stanno attirando con successo questo segmento demografico (solo nel nostro Paese i millenials sono circa 13 milioni di persone), ma anche per evidenziare quei luoghi emergenti che stuzzicano gli interessi dei giovanissimi. Dall’ultima rilevazione emerge una Roma ancora felliniana in cui è tanta la voglia di vivere e di godere della varietà dei divertimenti offerti da una delle città più belle e senza tempo.
Roma, al 27° posto nel mondo, batte Milano (46° posto) per qualità del cibo, dei servizi turistici e della qualità degli appartamenti. Il capoluogo meneghino, invece, si difende bene in fatto di servizi orientati all’occupazione e per quelli legati all’imprenditoria, soprattutto alle startup, insieme all’efficienza dei trasporti. Ma sé sempre a Roma a primeggiare per la vita notturna (più del doppio del punteggio rispetto a Milano), la quantità di iniziative e manifestazioni e, non ultima, primeggia anche nella varietà delle birre, aspetto questo molto gradito dai ragazzi stranieri. Pari merito tra le due città in fatto di tolleranza ai migranti e velocità della rete internet.
Se Milano torna sul podio per l’efficienza del servizio universitario, Roma conquista i giovanissimi con un’identità tutta propria, sempre in bilico fra tradizione e progresso, in un «vortice della mondanità» (per citare Jep Gambardella) in cui le classi sociali sono formalmente inesistenti all’interno di una caotica amicizia che si incontra sulle strade coperte di sampietrini, complice il buon clima durante quasi tutto l’anno.
Un remake della “Dolce vita”, dunque, confermato anche dalle risultanze dello studio realizzato da UniCredit e Travel Appeal che ha preso ad esame la reputazione digitale delle strutture recettive romane, e presentato in occasione del Forum delle economie #Turismo 4.0 la scorsa primavera.
L’81,9% dei turisti si ritiene pienamente soddisfatto dell’accoglienza alberghiera della capitale, con il 42% delle recensioni con un valore complessivo da 9 a 10 stelle su Booking.com e il 77% degli apprezzamenti favorevoli su Facebook. Questi trend confermano la predilezione della capitale rispetto ad altre mete, magari più predisposte come il capoluogo lombardo ma ritenuto meno “foodie” soprattutto in relazione alla vita notturna cittadina, capace di mischiare esuberanza e follia. Ma anche se Via Veneto non è più quella di quarant’anni fa, stessi lustrini e paillette possono ritrovarsi oggi nelle piazze costantemente affollate di Trastevere e Campo de’ Fiori, tutte a misura di divertimento giovanile. Il cibo capitolino è il più grande attrattore turistico dei millenials, come anche confermato dalla ricerca del portale Hotels.com, che mette in evidenza come le pietanze romane siano le più fotografate insieme alle bellezze dei fasti passati. Roma è la destinazione preferita tra le città del gusto (37%), seguita da Barcellona (31%) e da Parigi (22%).
Sarà forse, anche per questo, che i giovanissimi vedono Roma come una delle città in cui trasferirsi, forse spinti da quanto scritto da Stendhal in occasione del suo viaggio nella città capitolina: «ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall’idea di stabilirvisi».