Dopo il lungo stop imposto dalla pandemia è ripresa la scorsa settimana la discussione a Palazzo Madama sulla cosiddetta “Legge SalvaMare”. Il ddl 1571 recante il titolo “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (legge SalvaMare)” persegue l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi.
Solamente nell’ultimo anno, come riportato dal recente studio “The Mediterranean: Mare plasticum“, a cura del International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN), la plastica totale accumulata nel Mar Mediterraneo è stimata nell’ordine di grandezza di 1.178.000 tonnellate, con un possibile range da 53.500 a 3.546.700 tonnellate. L’ampiezza di una così elevata incertezza in questa stima è dovuta al fatto che la maggior parte delle ricerche svolte finora si è concentrata principalmente sulla plastica accumulata sulla superficie del mare, che costituisce meno dell’1% della quantità totale.
Ed ecco che entra in gioco l’importanza del Ddl che mira ad incentivare il recupero dei rifiuti grazie all’aiuto dei pescatori che ancora oggi, secondo la normativa vigente, vengono considerati come produttori di rifiuti speciali se raccolgono materiali dal mare.
Vilma Moronese, presidente della XIIIª commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica, contattata da LabParlamento ha sottolineato l’importanza del Ddl “SalvaMare”: “Spero che la “Legge SalvaMare” possa essere approvata nel più breve tempo possibile, recuperando così il ritardo dovuto dal cambio di governo e della maggioranza”.
“Approvarla non sarà la risoluzione di tutto il problema della plastica nei nostri mari ma permetterà ai pescherecci di poter raccogliere i rifiuti e trasportarli nei porti dove sarà presente un deposito, che successivamente verrà svuotato”.
“È un’approvazione necessaria – continua la senatrice – perché questi pescherecci, per la normativa attuale, quando giornalmente recuperano la plastica sono costretti a ributtarla in mare. Giovedì prossimo – conclude la Moronese – saremo nella condizione di chiudere il lavoro in commissione e il testo, già approvato alla Camera dei Deputati, vi tornerà per la sua approvazione finale”.