Da lunedì scorso 7,6 milioni di studenti si sono trovati di nuovo in didattica a distanza e ci rimarranno almeno fino a Pasqua. Tutti ci auguriamo che questa lontananza (per lo meno fisica) dai banchi di scuola servirà, insieme a tutte le altre restrizioni previste dal Governo, a far abbassare la curva dei contagi e che ad aprile il piano vaccini, ormai rodato, arriverà alle annunciate 500mila dosi al giorno. Bisogna però pensare a come far tornare in classe i bambini e i ragazzi italiani in tutta sicurezza, scongiurando un ennesimo ritorno alla DAD.
Abbiamo avuto occasione di parlare di questi temi con l’on. Rosa Maria Di Giorgi (PD), membro della Commissione cultura, scienza e istruzione in Parlamento.
“Abbiamo avuto un’audizione con il ministro Bianchi durante la quale, in maniera trasversale, tutti i partiti hanno avanzato la richiesta della didattica in presenza là dove è possibile, indipendentemente dalla collocazione di un territorio in una zona rossa o meno; evitando così la chiusura generalizzata, ma tenendo conto delle condizioni specifiche di ogni situazione e di ogni plesso scolastico: se ci sono istituti dove i contagi sono sotto controllo e c’è un monitoraggio costante ed efficace, non è affatto necessario negare la didattica in presenza”, ci spiega la deputata.
“La lontananza dalla scuola è un grave disagio da tanti punti di vista per i bambini, per i ragazzi e per le famiglie – prosegue – quindi dobbiamo fare in modo che le scuole possano essere luoghi assolutamente sicuri. Per garantire questa sicurezza, servono azioni importanti e mirate, come una campagna di vaccinazione e di sensibilizzazione forte nei confronti degli insegnanti, come è stata fatta per il personale sanitario. Per medici e infermieri non c’è stata necessità di rendere obbligatorio il vaccino, data la grande risposta da parte degli interessati, e l’augurio è che anche da parte dei docenti ci sia assoluta collaborazione. Si tratta di una questione di responsabilità e di necessità”, specifica la dem.
“Quello della copertura vaccinale dei docenti è un tema che va affrontato, se non con una obbligatorietà dei vaccini, comunque con un monitoraggio costante che ci rassicuri su una copertura quasi totale”. Un altro punto fondamentale che vale la pena approfondire proprio in questo momento, secondo Rosa Maria Di Giorgi, è la reintroduzione del presidio medico all’interno dei plessi scolastici.
“Già in passato era un servizio presente nella scuola e che ha rappresentato un importante supporto per le famiglie. Reintrodurre il presidio medico nelle scuole significa offrire un luogo dove vengono svolte visite mediche, naturalmente a carattere gratuito: dalle visite di controllo pediatriche a quelle specialistiche come visite oculistiche o dentistiche e anche un supporto psicologico. In questo modo si può avere un monitoraggio costante della salute dei più piccoli, ma anche un punto di riferimento per i ragazzi più grandi che, in autonomia dalle famiglie, possono rivolgersi al medico per questioni più sensibili legate alla crescita, come i temi della sessualità o altro, che probabilmente mai affronterebbero con il medico di famiglia”.
“Considerata la difficile situazione sociale ed economica, oltre che sanitaria, che stiamo attraversando – precisa la deputata – avere nelle scuole un servizio del genere significa scongiurare quelle situazioni di abbandono che in tanti ambiti familiari si stanno acutizzando, complici proprio la pandemia e la lontananza da scuola”.
Per quanto riguarda le risorse necessarie alla realizzazione di questo progetto, l’on. Di Giorgi propone di impiegare una parte del Recovery Fund, “fondi da considerare di natura strutturale. Sarà necessario un raccordo con le Regioni, una collaborazione necessaria, visto che sono questi enti ad operare sul territorio in accordo comune. Dove si costruiscono o si ristrutturano scuole, va previsto uno spazio per un poliambulatorio, quindi un servizio che diventi un vero e proprio ambiente dedicato di cui ogni scuola deve necessariamente dotarsi. In questo modo si può avere un circuito virtuoso che supporti a 360 gradi il processo di crescita dei ragazzi: apprendimento, sicurezza e salute in un contesto che garantisca la protezione per i più giovani, soprattutto a coloro che, purtroppo, non hanno figure di riferimento all’interno del nucleo familiare” conclude l’on. Di Giorgi.