No alla Dad in presenza solo per gli alunni disabili perchè questo comporta una negazione del principio di inclusione scolastica e “riporta la scuola italiana alle classi differenziali di 50 anni fa, un modello di scuola che respingiamo”. Così Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Fish (Federazione italiana superamento handicap), intervistato da LabParlamento.
Presidente Falabella, con la chiusura delle scuole oltre sette milioni di studenti resteranno a casa con la Dad. Cosa succede per i circa 200mila ragazzi con disabilità?
Secondo quanto riferisce una circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione l’attività didattica si potrà svolgere in presenza solo nel caso in cui sia necessario utilizzare laboratori o per mantenere una relazione educativa stabile che possa realizzare l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Il Ministero intende garantire in questo modo l’inclusione, mandando gli alunni disabili a scuola con i docenti e lasciando a casa tutti gli altri?
Una nota del Ministero del 12 Marzo ha chiarito che le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe. Questo significa che spetta ai dirigenti scolastici, ai quali ci appelliamo, ricorrere alla normativa sull’autonomia scolastica, che offre loro molti margini di manovra.
Resta il rischio di trovare solo alunni con disabilità in presenza. Non trova?
Il provvedimento può certamente creare una separazione per noi inaccettabile, che ci riporta indietro nel tempo, alle classi differenziali di 50 anni fa, un modello di scuola che respingiamo. Comprendiamo il momento di emergenza, ma questo non può giustificare, in alcun modo, l’adozione di politiche che comportano la riedizione delle classi speciali.
Come Fish (Federazione italiana superamento handicap) avete lanciato un appello agli insegnanti e ai genitori per non lasciare da soli nelle aule scolastiche gli alunni e le alunne con disabilità.
L’invito fatto da Fish è in linea con il DPCM e con le circolari emanate in cui si parla di effettiva inclusione. L’ultima circolare esplicita l’espressione secondo cui le scuole non si limitino a far partecipare in presenza i soli alunni con disabilità ma valutino le modalità con le quali possano essere presenti anche gruppetti di alunni della stessa classe a rotazione.
Quello dell’inclusione scolastica è solo uno degli anelli deboli nel nostro Paese quanto alle tutele per la disabilità. Come giudica il primo approccio del governo Draghi a questi temi?
L’urgenza di questi temi è sotto gli occhi di tutti e certamente aver introdotto la didattica in presenza solo per gli alunni disabili resta per noi una grave scelta contraria a tutti i principi di inclusione scolastica. Attendiamo comunque un confronto con il Governo Draghi sul tema specifico, abbiamo scritto e sollecitato il Ministro Bianchi ad un confronto che ancora non è avvenuto. Si rende urgentissimo anche per completare il quadro applicativo dei decreti ultimi sull’inclusione scolastica Decreto 59 e 66 del 2017 e il 182 del 2020 (nuovi PEI).