“Grazie alle nuove linee di prevenzione previste dalla circolare a firma del Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, e del Capo Dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, Jacopo Greco, d’ora in avanti i dirigenti scolastici saranno autorizzati, anche in presenza di un solo caso tra gli studenti e/o personale scolastico, a disporre la DAD nell’immediatezza per l’intera classe in attesa delle determinazioni delle ASL”. Ad esprimere un giudizio positivo sulle nuove indicazioni del governo è Paolino Marotta, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis).
“Da diversi giorni – afferma Marotta – si registrava in tutte le regioni un sensibile e preoccupante aumento dei contagi, che interessava soprattutto gli alunni del primo ciclo. Una situazione epidemiologica che determinava in capo ai Dirigenti scolastici un lavoro sempre più gravoso e insostenibile per la difficoltà di individuare i cluster, mandare in quarantena le classi, attivare la DAD, rispondere ai genitori, contattare i Dipartimenti di Prevenzione, come previsto dal programma di “sorveglianza con testing”.
“Intere settimane, comprese le giornate di sabato e di domenica, passate a gestire casi, a fare tracciamenti e comunicazioni ai genitori, a girare agli uffici sanitari prenotazioni dei tamponi T0 e T5, un lavoro snervante, oscuro, non riconosciuto, al quale spesso seguiva un lungo silenzio delle aziende sanitarie, che non erano più in grado di fare i tamponi “a tempo zero” (T0) e giustificavano l’inerzia con le più diverse motivazioni”.
“Certo è che ancora una volta cade sulle spalle dei DS e delle istituzioni scolastiche la partita dei contagi: scuole in prima linea anche per le continue richieste di spiegazioni, delucidazioni e recriminazioni da parte delle famiglie, altrettanto disorientate, e ASL che annaspano oberate da tamponi e vaccinazioni. Sarebbe il caso che, una buona volta, Governo e Parlamento prendessero atto del vistoso malfunzionamento delle strutture sanitarie regionali e intervenissero di conseguenza”, conclude Marotta.