“Strategica la mossa del Ministro Bianchi di inserire nel Decreto Legge sul PNRR le misure relative al reclutamento e alla formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, al fine di rispettare la scadenza del 2022 prevista nel Piano di Ripresa e Resilienza per l’approvazione delle riforme del sistema di istruzione”. Così in una nota Paolino Marotta, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici.
“Per anni l’Andis ha chiesto che la formazione iniziale dei docenti potesse contare su un più forte coinvolgimento delle Università e su un più efficace collegamento con le istituzioni scolastiche. Siamo favorevoli, pertanto, alla previsione di un percorso universitario abilitante (60 CFU/CFA) per l’accesso all’insegnamento nelle scuole secondarie. Lo avevamo anticipato al Ministro nell’ultimo incontro a cui siamo stati invitati nell’ambito del Forum delle Associazioni professionali dei docenti e dei dirigenti scolastici. Sosteniamo che l’avvio alla professione docente debba essere accompagnata anche da adeguate forme di tirocinio diretto presso le scuole, che consentano un efficace e graduale inserimento nella realtà scolastica”.
“Condivisibile la proposta di un concorso pubblico con cadenza annuale per il reclutamento dei docenti. Solo in questo modo si potrà evitare l’allargamento del precariato. Ci sembra una soluzione di buon senso che i docenti che già insegnano da 3 anni possano accedere direttamente al concorso e che invece i docenti con meno di 3 anni di servizio debbano conseguire almeno 30 CFU, compreso il tirocinio, per poter accedere al concorso. Come pure siamo favorevoli alla previsione di un periodo di prova di un anno con valutazione finale”.
“Riguardo alla formazione in servizio dei docenti, l’Andis ha sempre sostenuto che tale attività debba uscire dalla sfera della facoltatività e dell’occasionalità. Siamo favorevoli, quindi, alla istituzione di un sistema di formazione continua e strutturata del personale scolastico, anche se attendiamo di conoscere il disegno di legge per l’istituzione della Scuola di Alta Formazione. Ci aspettiamo che in tale occasione si confermi il ruolo già riconosciuto alle Associazioni e agli Enti accreditati per la formazione dei docenti. Se invitati, daremo il nostro contributo in sede di audizione parlamentare”.
“Certamente un piano nazionale di formazione del personale docente, dirigente e Ata dovrà prevedere anche un controllo sulla reale ricaduta di questa formazione nel tessuto professionale della scuola. Non potrà ridursi alla semplice frequenza di moduli formativi a distanza, senza che questi siano stati validati attraverso azioni di controllo e di feedback sugli apprendimenti realmente acquisiti”.
“E’ chiaro che si tratta in ogni modo di una proposta per il superamento del nodo dell’obbligatorietà della formazione in servizio prevista dalla legge 107/2015. L’ipotesi fatta circolare ieri sulla possibilità che la frequenza dei moduli formativi sia facoltativa e che comporti vantaggi sul trattamento economico del personale è tutta da verificare; di certo non affronta il tema dell’equivoca formulazione contrattuale del diritto-dovere della formazione in servizio. L’Andis sostiene, invece, che la formazione continua e strutturata del personale scolastico sia una condizione imprescindibile per il miglioramento della qualità del sistema di istruzione e formazione”.