“Tu lavori e io faccio lezione ai tuoi figli, ma ai miei figli chi ci pensa?”. Una domanda legittima che migliaia di insegnanti in queste settimane si stanno ponendo, in seguito all’ennesimo decreto che contiene i sostegni ai lavoratori ma proprio non vuole riconoscere che la didattica a distanza è lavoro effettivo.
Con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 marzo, infatti, il bonus baby-sitting (100 euro a settimana) spetterebbe, come spiegato sulle pagine di LabParlamento, a lavoratori autonomi di certi settori e non a chiunque sia in smart working. Sostegni ai lavoratori ma non per tutti con le stesse misure. Illustra la situazione la segretaria generale di Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), Daniela Rosano.
Professoressa Rosano, il decreto del 13 marzo ha escluso ancora una volta i docenti dal riconoscimento di alcuni sussidi. Cosa ne pensa?
Sarebbe stato utile, anche per i docenti, il bonus baby-sitting. Il decreto del 13 marzo ha previsto per i lavoratori autonomi il bonus baby-sitter, mentre per i lavoratori dipendenti l’estensione della tutela del congedo parentale con il 50% d’indennità nel caso in cui non si possa svolgere il lavoro da remoto. I docenti che si trovano nella condizione di avere uno o più figli piccoli a casa potranno perciò chiedere, laddove impossibilitati a svolgere a pieno il loro lavoro, il congedo parentale al 50%.
Una magra consolazione che sa di beffa..
Dovrà senz’altro ricorrere al congedo chi non riesce a svolgere la propria mansione lavorativa da remoto ma ciò comporterà una decurtazione dello stipendio. Siamo comunque soddisfatti che siano state in parte accolte le richieste dell’Anief: il congedo parentale non era stato ancora rinnovato e rimaneva scoperto tutto il periodo successivo al 31 dicembre 2020. Il decreto ha previsto non solo il rinnovo ma anche la copertura retroattiva per i periodi richiesti di congedo a partire dal primo gennaio scorso, il tutto però retribuito sempre al 50%.
Non sarebbe il caso di estendere il bonus baby-sitting anche ai docenti?
Certamente. Per coloro che non possono svolgere il lavoro da remoto (ci sono infatti alcuni docenti che continuano a recarsi a scuola) sarà necessario ricorrere al congedo. In ogni caso fare lezione a distanza e contemporaneamente seguire figli in DaD o accudire quelli in età prescolare incide anche sulla prestazione lavorativa di un insegnante, tenendo anche conto delle difficoltà che molti ragazzi hanno nel seguire le lezioni con questa didattica totalmente innovativa.
Si è parlato molto anche della vaccinazione dei docenti, come procede?
La campagna vaccinale per i docenti sta progredendo in alcune regioni molto meglio che in altre e, purtroppo, questa è una situazione di difformità che non ci piace. Oltre il 50% degli insegnanti ha ricevuto almeno una dose e ovviamente questo è molto importante alla luce di una possibile riapertura dopo Pasqua. Abbiamo molte riserve, tuttavia, sulla riapertura delle scuole che non sono in grado di garantire standard di sicurezza adeguati e tracciamento dei contagi efficaci.
Ha fatto discutere anche la questione legata ai permessi dei lavoratori per vaccinarsi. Sembra quasi un paradosso…
Negli ultimi giorni purtroppo le polemiche non hanno risparmiato neanche i docenti costretti ad assentarsi per le reazioni avverse al vaccino che, come sappiamo, si presentano con una certa frequenza. Finalmente l’ultimo decreto ha almeno riconosciuto il diritto ad assentarsi per la somministrazione del vaccino senza alcuna decurtazione economica. Anief ha chiesto di estendere il periodo di assenza giustificata anche ai giorni di malattia connessi al vaccino.