Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, l’11 marzo 2024 un decreto legislativo che introduce disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione.
Nell’intervento del Presidente Meloni del 13 marzo scorso “La riforma Fiscale – attuazione e prospettive” tutti i media hanno riportato la frase pronunciata dalla Premier “Non penso e non dirò mai che le tasse siano una cosa bellissima”. Dichiarazione che ha naturalmente ha scatenato le reazioni delle opposizioni.
Tuttavia, un attimo prima della frase sopra citata Giorgia Meloni aveva anche dichiarato che “Il sistema fiscale deve chiedere il giusto e deve sapere usare ciò che chiede ai cittadini con lo stesso criterio che userebbe un buon padre di famiglia, e cioè con buon senso, lungimiranza, senza sprecare quelle risorse. Questo è un elemento fondamentale se quelle risorse si vogliono raccogliere”.
Dunque, sembrerebbe che nonostante le tasse non siano una cosa bellissima, queste ultime sono indispensabili per garantire i servizi ai cittadini, ma occorre farlo con la massima efficienza, eliminando gli sprechi. Dal comunicato di Palazzo Chigi, infatti, si apprende che il “testo interviene in modo organico al fine di assicurare al sistema maggiore efficacia, imparzialità ed efficienza, in un appropriato bilanciamento con i diritti dei contribuenti”.
Andiamo dunque ad esaminare come prende forma la Riforma Fiscale. Innanzitutto, il percorso della Riforma fino ad oggi ha visto l’approvazione del Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023 del disegno di legge contenente la delega al Governo per la riforma fiscale. Il testo, dopo l’approvazione del Parlamento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 agosto 2023 (legge 9 agosto 2023 n.111) – (Fonte sito web del MEF).
Dal 13 marzo sono disponibili in consultazione, fino al prossimo 13 maggio, le proposte di Testi unici elaborate dall’Agenzia delle Entrate per semplificare il sistema fiscale (L’Agenzia – Consultazione pubblica del 13 marzo 2024 – Proposte di Testi unici che riordinano le disposizioni tributarie – Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it).
Le 9 proposte di Testi unici, organizzati per settori di competenza, riguardano: Imposte sui redditi, Iva, Imposta di registro e altri tributi indiretti, Tributi erariali minori, Agevolazioni tributarie e regimi di particolari settori, Adempimenti e accertamento, Sanzioni tributarie amministrative e penali, Giustizia tributaria, Versamenti e riscossione. Lo scopo della consultazione è permettere di valutare i contributi trasmessi, ai fini di un loro eventuale recepimento nelle versioni definitive delle raccolte normative.
La riforma fiscale, presentata il 13 marzo 2024 alla Camera dei Deputati, introduce un profondo cambiamento del sistema tributario e mira non solo a semplificarlo ma anche a ridurre il carico fiscale sui cittadini attraverso la modifica dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), dove si punta ad ampliare la base di calcolo da cui partire per un’ulteriore riduzione dell’Irpef; e sulle imprese con la diminuzione dell’aliquota IRES per quelle che investono e assumono nuovo personale, oltre all’abolizione graduale dell’IRAP. “Siamo intervenuti sui redditi medio bassi ma ora dobbiamo occuparci del ceto medio” ha dichiarato il viceministro Leo, ovviamente occorrerà trovare le risorse.
Tra gli obbiettivi della Riforma inoltre troviamo quello di stimolare gli investimenti e le nuove assunzioni e a promuovere un rapporto più collaborativo, orientato al dialogo tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria.
Nella legge di bilancio 2024 è stata già data attuazione ad una parte dell’IRES prevedendo che le aziende che assumono giovani, mamme ed ex percettori di reddito di cittadinanza, a tempo indeterminato, avranno una “super-deduzione” fino al 130%.
Viene, inoltre, introdotto un sistema di concordato preventivo biennale e il potenziamento dell’istituto attualmente vigente dell’adempimento collaborativo. In questi giorni Sogei è al lavoro, secondo Italia Oggi, per ultimare l’aggiornamento sui dati degli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale), particolari strumenti che forniscono al contribuente una valutazione complessiva sulla propria affidabilità fiscale, graduata su una scala di valori da 1 a 10.
Si prevede per l’Agenzia delle entrate-riscossione (AdER) una pianificazione annuale volta ad assicurare la salvaguardia dei crediti tributari affidati dai vari Enti mediante il tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento e degli atti interruttivi della prescrizione e la conseguente tempestiva gestione delle attività di recupero.
Il magazzino crediti non riscossi dall’Agenzia delle entrate ammonta a “1.206 miliardi di euro”, sempre secondo quanto dichiarato dal viceministro dell’Economia, il quale afferma inoltre che, “non si riesce a riscuotere il dovuto perché se ci sono cartelle che risalgono al 2000 e non si riesce a riscuoterle”, pertanto occorre trovare una soluzione.
A decorrere dal 2025, si introduce l’istituto del “discarico automatico” dei ruoli affidati ad AdER decorsi 5 anni dal loro affidamento, ad eccezione di quelli i cui crediti sono oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito ai sensi del codice della crisi d’impresa. Il discarico non comporta automaticamente l’estinzione del debito, pertanto l’Ente creditore può provvedere autonomamente alla riscossione del credito non prescritto o, in presenza di “nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore”, riaffidarlo ad AdER. Sull’azione di recupero dei crediti affidati ad AdER e su quella di discarico automatico è previsto sia il controllo del Ministero dell’economia e delle finanze che quello dell’Ente creditore, che può contestare all’agente della riscossione l’intervenuta decadenza o prescrizione del diritto di credito.
Sarà costituita un’apposita Commissione, per individuare possibili soluzioni legislative, per i discarichi dei ruoli affidati ad AdER dal 2000 al 2024. Il numero massimo di rate per la rateizzazione ordinaria dei debiti fiscali passerà progressivamente dalle attuali 72 a 120. In caso di comprovato peggioramento della situazione economica del debitore, il periodo può essere prorogato di una sola volta per un periodo di pari durata.