Un paradosso che vanifica i risultati ottenuti. Serve più contraddittorio. Proposto statuto degli intermediari. Lo split payment. Abi in commissione Semplificazione
di Stefano Rizzuti
In Italia la semplificazione fiscale soffre di un paradosso: la volontà del legislatore è ostacolata da una incessante produzione normativa. Questa è l’opinione dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, espressa oggi in audizione in commissione parlamentare Semplificazione. L’Abi sostiene che questo “paradosso” derivi dal fatto che, da una parte, esista “la volontà del legislatore e delle amministrazioni interessate di procedere in un percorso virtuoso per il superamento dei maggiori inconvenienti incontrati da cittadini e imprese nel rapporto con il fisco”, ma dall’altra c’è una “incessante produzione normativa” che “determina il continuo riproporsi di nuovi fenomeni di complicazione”. Che rischiano di far diventare vani i risultati già ottenuti in seguito a questo percorso.
Durante l’audizione, l’Abi ha sottolineato anche una necessità, quella di “sviluppare maggiormente il contraddittorio tra l’amministrazione finanziaria e gli intermediari finanziari che operano come ausiliari del fisco”. Secondo l’associazione, “in via pragmatica il dialogo con l’Agenzia delle entrate è attivo da tempo ed è improntato alla più ampia collaborazione e sta dando innegabilmente ottimi frutti”. Però, sottolinea ancora l’Abi, “troppo spesso si tratta di interlocuzioni che intervengono ex post”, ovvero quando la normativa primaria è già stata approvata.
Durante l’audizione, l’Abi ha avanzato una sorta di proposta: “Dovrebbe essere previsto tra i princìpi normativi generali quello dell’attivazione di processi di consultazione pubblici, anche mediante tavoli di lavoro, nella fase di formazione delle nuove norme destinate ad imporre incombenze agli intermediari/ausiliari”. Un’operazione da cui, secondo l’Abi, trarrebbero vantaggio “tutti”: fisco, contribuenti e banche. L’Abi ha proposto un vero e proprio “Statuto degli intermediari che preveda un tempo adeguato per l’allestimento dei processi amministrativi e informatici necessari”.
Il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero, durante l’audizione ha anche chiesto una consultazione preventiva nella formazione delle nuove norme destinate a imporre incombenze alle banche in tema fiscale. Torriero si è poi soffermato sul tema dello split payment, che ha sì il merito di “semplificare” il processo di accertamento da parte del fisco, ma sul piano operativo ha anche “comportato un vero e proprio stravolgimento per tutte le imprese interessate, con pesanti ricadute in termini di maggiori oneri di compliance”.
Secondo l’Abi, tuttavia, lo split payment “si giustifica nella logica dell’eliminazione di possibili fenomeni di frode da parte degli operatori inadempienti”. Quindi, in questa logica, “la normativa semplifica il processo di accertamento da parte del fisco”. Questo strumento viene ritenuto “efficiente nel raggiungimento del proprio scopo, in quanto distoglie il versamento dell’Iva dalla sfera operativa del fornitore e lo affida al committente, quando quest’ultimo appartenga a determinate categorie considerate affidabili dal fisco”.