A proposito dei lavori in corso al Mise sulla nuova Strategia energetica
In questi giorni si intensificano le audizioni di operatori per la costruzione del framework della Sen (Strategia energetica nazionale) e, parallelamente, il dibattito sul senso di lanciare una tale operazione in un contesto politico così… caldo e incerto!
Forti anche della scarsa valenza e incisività dell’ultimo esercizio finalizzato anni fa, nel 2013, dall’allora responsabile Mise Corrado Passera, alcuni hanno ritenuto che lo sforzo fosse essenzialmente collegato a esigenze di visibilità politica del ministro Carlo Calenda, piuttosto che a esigenze “sentite e di sistema”.
In realtà, occorre inquadrare il tutto in un contesto di obblighi comunitari che ci richiedono di arrivare a una definizione programmatica energetica e ambientale per gennaio 2018: abituati a un assetto normativo e regolatorio pletorico spesso alla rincorsa di “eventi ed evoluzioni di mercato”, non possiamo che plaudire a un framework previsionale purché diventi un perimetro sufficientemente chiaro e vincolante per l’azione del Legislatore e dell’Aeegsi.
Semmai, quello che pare essere mancato nello sforzo di promozione della nuova Sen è il suo collegamento sinergico con l’importante programma “ Industria 4.0”: decentralizzazione della generazione e digitalizzazione si possono, anzi devono, innestare sia sugli investimenti delle utilities che delle imprese chiamate a rivedere i loro processi in chiave di innovazione e anche di efficientamento energetico.
Tale nesso sarebbe importante venisse esplicitato, dando così giusto rilievo all’azione di governo lanciata con Industria 4.0 ormai alcuni mesi fa!