Presentata la nuova strategia energetica nazionale. Calenda: “gustosa”. Un mese di consultazione pubblica
Stop al carbone, sicurezza degli approvvigionamenti, efficienza energetica, rinnovabili. Questi i quattro punti cardine della nuova SEN illustrata oggi dal Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti (le slides dell’audizione) davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati.
Il documento completo sarà pubblicato entro una settimana e poi sarà sottoposto ad una consultazione pubblica che durerà 30 giorni (e non 15 come era stato annunciato in precedenza). Galletti ha assicurato come, a valle della consultazione, ci sia la completa disponibilità ad organizzare un seminario tecnico (un workshop) sulla SEN con tutti gli stakeholder interessati per approfondire ulteriormente i temi caldi. E rispondendo al Presidente Realacci, il Ministro dell’Ambiente ha affermato che il Governo spingerà affinché si giunga ad un passaggio parlamentare della SEN, magari con l’approvazione di una risoluzione, ma solo dopo che la consultazione pubblica sarà chiusa.
Per quanto concerne il phase-out dal carbone, Calenda ha descritto uno scenario definito “inerziale” già in corso, facendo riferimento al fatto che alcuni impianti – in particolare nel Nord Italia – sono già in fase di dismissione senza alcuna programmazione nazionale governativa. Ma è necessario orientarsi verso una decisione politica strategica chiara che si porti dietro investimenti in capacità produttiva e nel miglioramento delle reti, oltre che in risorse per garantire la flessibilità e la sicurezza del sistema. Sono quindi due gli scenari dipinti dalla SEN sul carbone: uno nel quale oltre agli impianti già in dismissione si aggiunge quello di Brindisi e uno nel quale l’Italia chiude tutte le centrali a carbone (con orizzonte al 2025-2030).
Il secondo scenario (carbone zero) è quello più costoso, si dovrebbero infatti fare investimenti enormi nella rete (da 1,1 a 1,4 miliardi di euro) e nella nuova capacità produttiva (almeno 700 milioni di euro), e a questi costi andrebbero aggiunti alcuni stranded costs, cioè lo Stato italiano dovrebbe pagare quegli investimenti sul carbone che non sono diventati sostenibili dal punto di vista economico perché non ne hanno ancora avuto il tempo. Questo scenario arriverebbe a costare circa 3 miliardi di euro. La consultazione pubblica che si aprirà a breve aiuterà nell’orientamento, poi la decisione dovrà essere politica, informando i cittadini su quelli che saranno i benefici e i relativi costi da affrontare.
I due Ministri si sono soffermati anche su quello che sarà il Piano Clima-Energia, che alcuni spingevano affinché fosse accorpato alla SEN. Il Piano, che sarà redatto e presentato nel corso del 2018, non entrerà nella SEN ma dovrà dialogare con questa.
In chiusura di audizione, Calenda ha sottolineato che la SEN dovrà necessariamente subire un periodico processo di revisione, con cadenza almeno triennale.