Confermate le modifiche su Gruppi e astensione, cambiamenti anche per Commissioni e lavori in Aula. Buone le chance di approvazione
Procede in modo spedito il cammino della proposta di riforma del Regolamento del Senato, sul quale le forze politiche avevano raggiunto un accordo nello scorso mese di ottobre. È stato infatti fissato alle 19 di oggi il termine per la presentazione di emendamenti in Aula, e tutto lascia presagire che già a partire dalla prossima settimana Palazzo Madama, ormai libero dalla Legge di Bilancio, possa occuparsi della questione.
Nel testo approvato dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 14 novembre, trovano conferma le novità in ambito di formazione dei Gruppi parlamentari e di modalità di espressione del voto in Assemblea. Nel dettaglio, in base alla riforma ogni Gruppo dovrà rappresentare un partito o un movimento che abbia concorso alle elezioni Politiche, anche se in coalizione o in lista unica con altri soggetti. Rimarranno valide la soglia minima di dieci senatori (verranno concesse deroghe solo alle minoranze linguistiche) e la possibilità di fondere Gruppi, ma non sarà più possibile formarne ex novo, dal momento che i fuoriusciti potranno solo aderire a un raggruppamento già esistente o trasferirsi nel Misto. Per quanto riguarda le votazioni, l’astensione non sarà più equiparata a un “No”.
Come ulteriori cambiamenti, inoltre, meritano di essere segnalati l’attribuzione alla Commissione 11 Lavoro delle competenze in tema di “lavoro pubblico”, l’equiparazione della 14 Politiche Ue alle rimanenti Commissioni del Senato in termini di designazione dei membri (ora derivata e non diretta) e la previsione di sedute uniche per l’Aula, fino a oggi suddivise in riunioni antimeridiane e pomeridiane.
Dato il largo accordo che sembra accompagnare la riforma del Regolamento, l’adozione di questo atto si presenta senza dubbio più agevole dei provvedimenti su biotestamento e ius soli, e dunque non va escluso che sia l’ultimo testo a vedere la luce a Palazzo Madama prima della fine della Legislatura (nuove letture della manovra a parte).