Amazon chiude i battenti, per un giorno, a causa del primo storico sciopero indetto dai lavoratori lunedì 22 marzo. Hanno sfidato il Covid continuando a consegnare, anche nei giorni più duri del lockdown e dell’intera crisi pandemica, qualsivoglia genere di prodotto.
Sfidano le intemperie, il freddo, la pioggia, il caldo torrido. Ci raggiungono nelle zone più lontane, attraversando sentieri impervi o privi di indicazioni chiare. Stiamo parlando dei corrieri di Amazon. Tutti sappiamo quale sia la macchina organizzatrice, che parte dall’acquisto da parte nostra del prodotto, al ricevimento dell’ordine, all’impacchettamento, al trasporto fino alla consegna.
Questa grande filiera, che occupa un ruolo di straordinario rilievo a livello occupazionale in Italia è pronto quindi a fermarsi. Le sigle sindacali Filt Cgl, Fit Cisl, Uiltrasporti hanno infatti indetto uno sciopero nazionale di 24 ore di tutto il personale della filiera per lunedì 22 marzo. Una decisione presa dopo che la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon si è interrotta “a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare le tematiche poste dal sindacato”.
Uno sciopero storico per la società di consegne e shopping online. Amazon in Italia dà lavoro complessivamente a più di 9.500 dipendenti a tempo indeterminato (di cui 2.600 solo nel 2020) nelle sue oltre 40 sedi: presso gli Uffici Corporate di Milano, i Centri di Sviluppo di Torino e Asti; i Data Center in Lombardia; il Servizio Clienti di Cagliari; i Centri di Distribuzione, Depositi di Smistamento e magazzini dislocati sul territorio dal nord al sud Italia, da Torrazza Piemonte fino a Catania.
Una decisione, quella dei sindacati, sulla quale Assoespressi, associazione nazionale datoriale aderente a Confetra, ha espresso forti perplessità. Si tratta di una scelta “non giustificata dall’andamento delle discussioni che si sono finora tenute sia a livello nazionale che sul territorio”, spiegano in una nota.
Assoespressi, si legge nel documento, “ha condiviso con le organizzazioni sindacali le rispettive piattaforme e non sono stati riscontrati punti di indisponibilità al dialogo e al confronto tali da giustificare una decisione che naturalmente l’associazione rispetta, ma non comprende sia nel merito sia nel metodo”.