Il Governo ha predisposto uno schema di decreto legislativo. Il Parlamento deve esprimersi entro il 20 maggio
Le Commissioni Bilancio di Camera e Senato si stanno occupando dello schema di decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, cioè al Testo unico in materia di società partecipate. Secondo gli ultimi dati del MEF (anno 2014), sono 8.893 le società di questo tipo, prevalentemente in mano a Regioni ed enti locali (94%).
Il provvedimento è composto da 19 articoli e da un allegato B che riporta il contenuto (dodici proposte di integrazioni o modifica) dell’intesa acquisita in sede di Conferenza unificata lo scorso 16 marzo e che il Governo si è impegnato a recepire nel testo.
Il decreto correttivo interviene dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016, che ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune disposizioni della legge delega n. 124 del 2015 nella parte in cui quest’ultima prevedeva che i decreti legislativi fossero adottati previo parere della Conferenza unificata. La Corte ha invece stabilito che il principio di leale collaborazione impone la previa intesa in sede di Conferenza unificata o di Conferenza Stato-Regioni, a seconda dei casi, qualora la disciplina statale intervenga in ambiti in cui si registra una commistione fra competenze esclusive statali, competenze concorrenti e competenze residuali delle Regioni.
Ai sensi della citata sentenza, il principio di leale collaborazione – che per la prima volta è stato riconosciuto nell’ambito del procedimento di adozione di decreti legislativi – impone al Governo di dare seguito ai contenuti dell’intesa, pena il rischio di una declaratoria di illegittimità costituzionale del provvedimento legislativo.
Il ruolo e le funzioni delle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche, particolarmente diffuse nel comparto delle amministrazioni locali, sono stati nel corso del tempo oggetto di numerosi interventi finalizzati alla razionalizzazione del settore, sia per aumentarne la trasparenza che per ridurne il numero, anche allo scopo di un contenimento della relativa spesa.
La parola spetta ora al Parlamento (il termine per l’espressione del parere è il 20 maggio 2017), poi sarà il Governo a dover concludere l’iter di questo provvedimento atteso da tutti gli operatori economici e gli investitori, pubblici e privati.