Il termine ultimo per l’uscita del Regno Unito dell’Unione Europea si sta avvicinando pericolosamente. Ecco a che punto è l’umore dei britannici nella ricerca del Centre for European Research della Queen Mary University of London, che ringraziamo
di Sarah Wolff* e Antonio Astolfi**
Il tentativo last minute del Primo Ministro May di riaprire i negoziati con l’UE sulla questione del backstop con l’Irlanda non sembra aver prodotto i risultati sperati. L’UE ha comprensibilmente negato la possibilità di ridiscutere i termini legali dell’accordo, frutto di un duro lavoro di negoziazione ‘interno’ durato due anni e che ha visto tutti i restanti 27 stati membri raggiungere – non senza frizioni – una posizione unitaria.
Riaprire ora il dossier non solo indebolirebbe fortemente la credibilità delle istituzioni comunitarie all’esterno come attore negoziale, ma – a ridosso delle elezioni europee del prossimo maggio – potrebbe ulteriormente aggravare la propria divisione e frammentazione interna dando credito e legittimazione a coloro i quali tengono sotto scacco Bruxelles tramite il ricatto.
Per quanto scomposte e avventate, le dichiarazioni di Donald Tusk in riferimento ad “un posto speciale all’inferno” per coloro i quali hanno spinto Brexit senza un piano racchiudono infatti tutta la frustrazione dell’Europa nei confronti della posizione negoziale del governo britannico. Verso il quale gli stessi cittadini britannici dimostrano poca fiducia nella capacità di gestire e risolvere la crisi legata a Brexit.
L’opinione pubblica nel Regno Unito mostra tuttavia alcuni segnali sorprendenti e interessanti, che sembrano in parte contraddire la visione che i leader europei hanno della situazione politica interna britannica.
Quasi due terzi dei britannici ritiene che l’Ue sia stata troppo severa nei confronti del Regno Unito
Secondo un sondaggio effettuato dal Centre for European Research della Queen Mary University of London (qui trovate la ricerca per intero), quasi due terzi dei britannici ritiene infatti che l’Unione Europea sia stata severa nei confronti del Regno Unito durante le negoziazioni e pensa inoltre che l’UE sarà più debole dopo Brexit.
“Le negoziazioni sulla Brexit non sembrano aver avvantaggiato nessuna delle parti, con molti cittadini del Regno Unito che inoltre ritengono che l’Unione Europa sia stata eccessivamente dura. Tuttavia, le attitudini variano secondo il dato generazionale e, ovviamente, anche in base alla scelta dei cittadini di votare Leave o Remain al referendum. Interessante notare come anche la maggioranza di coloro i quali hanno votato Remain pensa che l’UE sarà indebolita dall’uscita del Regno Unito. Detto questo, soltanto una minoranza dei britannici ritiene che gli europei saranno dispiaciuti nel vederli lasciare l’Unione”, questo il commento circa i risultati della ricerca da parte della Dott.ssa Sarah Wolff, Direttrice del Centre for European Research della Queen Mary University of London.
L’altro elemento interessante del sondaggio riguarda il gap generazionale. Oltre tre quarti (78%) degli over 65 ritiene che l’UE sia stata ‘abbastanza severa’ o ‘molto severa’ nei confronti del Regno Unito durante le negoziazioni. In forte contrasto con i giovani tra i 18-24 anni, dove solo il 37% condivide questa opinione. La stragrande maggioranza degli elettori del Partito Conservatore (83%) e coloro i quali hanno votato Leave (84%) dichiarano che l’UE è stata severa.
Quasi due-terzi (63%) dei giovani tra i 18 e i 24 anni ritiene infatti che perdere il diritto di vivere, lavorare e studiare in altri paesi Europei sia una perdita grave per i cittadini britannici
La frattura generazionale emerge anche chiaramente anche quando in gioco è il diritto garantito alla mobilità. Quasi due terzi (63%) dei giovani tra i 18 e i 24 anni ritiene infatti che perdere il diritto di vivere, lavorare e studiare in altri paesi europei sia una perdita grave per i cittadini britannici. Preoccupazione condivisa dal 67% degli elettori del Labour e dall’82% di coloro che hanno votato Remain senza alcuna distinzione di età. Solo un terzo (34%) dei britannici over 65 condivide invece questa opinione. In aggiunta, quasi la metà (47%) di chi ha votato Leave ritiene che perdere il diritto alla mobilità in Europa sia un prezzo necessario da pagare per uscire dall’Unione. Sempre un quarto (24%) di questi si dichiara non preoccupato circa la possibilità di non poter più godere di questi diritti.
“Dalle risposte dei giovani appare chiaro che, coloro i quali hanno maggiormente da perdere in futuro a causa della Brexit, se non altro in termini del diritto di vivere, lavorare e studiare in Europa, sono molto più preoccupati circa la perdita di questi diritti rispetto ai Britannici più anziani – a conferma ulteriore di un gap generazionale provocato ed esposto dal Referendum”, il commento di Tim Bale, Professore di Politica alla Queen Mary University of London.
Il 54% dei britannici ritiene che l’UE sarà più debole una volta che il Regno Unito abbandonerà l’Unione
Per quanto riguarda invece il peso assegnato alle Istituzioni Comunitarie a fronte della Brexit, il 54% dei cittadini britannici ritiene che l’UE sarà più debole una volta che il Regno Unito abbandonerà l’Unione. I dati del sondaggio, anche in questo caso, mostrano il peso del gap generazionale. Dove quasi il 70% degli over 65 pensa che l’UE sarà indebolita. Interessante, tuttavia, che anche la maggioranza dei giovani condivida questa opinione. Di nuovo, il gap tra Remainers e Leavers è ampio; il 66% dei Leavers dichiara che l’UE sarà indebolita, mentre il dato è al 55% tra coloro i quali hanno votato Remain. In ogni caso, è necessario far notare come anche la maggioranza dei Remainers sposa questa tesi.
Solo il 48% ritiene invece che gli europei siano dispiaciuti nel vedere il Regno Unito abbandonare l’UE
La reputazione del Regno Unito in Europa è stata danneggiata dalla Brexit. Poco più della metà (55%) dei britannici pensa che la Brexit abbia portato i cittadini degli altri paesi Europei a guardare al Regno Unito in maniera più negativa – opinione condivisa dal 78% dei Remainers, ma solo dal 35% di coloro i quali hanno votato Leave. Detto questo, solo una minoranza (48%) ritiene invece che gli europei siano dispiaciuti nel vedere il Regno Unito abbandonare l’UE.
Proprio nei giorni in cui Theresa May torna a Bruxelles per riaprire le negoziazioni sul Backstop, il sondaggio suggerisce che un terzo dei britannici (32%) ritiene che l’UE dovrebbe accettare un accordo senza la presenza del backstop con l’Irlanda del Nord. Poco meno di un quarto (23%) pensa che l’UE dovrebbe accettare un accordo soltanto in presenza della garanzia del backstop. Il 45% dichiara di non sapersi esprimere al riguardo. Dato che indica come nessuna delle due parti abbia saputo avanzare argomenti convincenti a proprio sostegno.
*Direttrice del Centre for European Research e Senior Lecturer presso il Dipartimento di Politica e Relazioni Internazionali della Queen Mary University of London.
**Intern presso il Centre for European Research