Renzi all’attacco mentre l’affare Consip si sgonfia, M5S “cade” a Genova e il Governo affronta il “nodo” di Def, Pnr e manovrina
di LabParlamento
C’è del bello, a volte, nell’imprevedibile. E l’imprevedibile, sempre a volte, riesce davvero a stupire. Per esempio, questo inizio di settimana offre una raffica di fatti, per lo più inattesi, che potrebbero comportare nei prossimi giorni effetti importanti nel panorama politico nazionale. Forse riuscendo a mettere qualche punto più fermo. Oppure no. Ma presto lo vedremo.
Per esempio, Matteo Renzi, in quel di Porta a Porta, su Raiuno, apre inaspettatamente sulla legge elettorale, dicendosi “assolutamente disponibile a togliere i capilista bloccati”, in tal modo venendo incontro alle richieste di parte delle opposizioni e dei suoi stessi avversari alle primarie dem, Andrea Orlando e Michele Emiliano. Quanto al resto: “Io – ha affermato Renzi – sono disponibile al Mattarellum, all’Italicum, alla proposta dei Cinque Stelle, di Forza Italia, della Lega. Posso chiedere di fare loro la proposta? Noi l’abbiamo fatta e ce l’hanno bocciata. Visto che Grillo, Berlusconi, Salvini e la sinistra radicale hanno eletto il presidente della Commissione al Senato, ci facciano una proposta e noi la votiamo”.
Poi, sempre Renzi, fa prove di avvicinamento al modello web 5Stelle lanciando una APP contro le bufale e le fake news. E fa ammenda: “Sulla rete in questi anni abbiamo lasciato che il Movimento Cinque Stelle, con la propria azienda di riferimento, spadroneggiasse. È stato un errore clamoroso di sottovalutazione, me ne assumo la responsabilità. Per questo abbiamo lavorato duro nelle ultime settimane alla piattaforma Bob – annuncia – e ad altre novità che mostreremo in modo graduale. Intanto, c’è la prima APP” scrive nella sua Enews. Rilanciata anche la scuola di formazione politica Pd “Pier Paolo Pasolini”, riservata però soltanto ai tesserati e ai Giovani Democratici (al contrario delle precedenti scuole promosse dal partito).
Quasi contemporaneamente, si è appreso che l’indagine condotta dal Nucleo Tutela Ambiente dell’Arma del Carabinieri sul caso Consip è stata deliberatamente manipolata in due significativi passaggi allo scopo di accreditare falsamente un’attività di disturbo dei Servizi segreti – e dunque implicitamente di Palazzo Chigi – sulle indagini che l’Arma stava conducendo sull’imprenditore Alfredo Romeo e sui suoi rapporti con Tiziano Renzi, padre dell’allora premier Matteo. Con il che pare comprendersi meglio perché la Procura ha revocato, a suo tempo, al NOE la delega per ulteriori indagini. Primo passo, chissà, per altri colpi di scena.
ll tribunale di Genova a sua volta ha deciso: Marika Cassimatis ha ragione. Beppe Grillo non poteva cancellare il risultato delle comunarie genovesi a Cinque Stelle. Il giudice, che per la stesura dell’ordinanza ha studiato sia il “Non Statuto” che il Regolamento e il Codice Etico, ha sospeso cautelativamente (ora si attende il merito) le due delibere con cui la professoressa veniva esclusa dal movimento mentre Luca Pirondini veniva scelto dal vertice pentastellato per correre alle elezioni con il simbolo dell’M5S.
Infine, oggi, a meno di rinvii dell’ultim’ora, il Governo dovrebbe mettere a mano al Def (Documento di Economia e Finanza), al Pnr (Piano nazionale di Riforme) e ,forse, alla manovrina di correzione da 3,4 miliardi di euro che ci ha richiesto la Ue. Va da sé che il primo documento e in parte anche il secondo sono la colonna portante della prossima Legge di Bilancio, indicando anche le nuove previsioni economiche di Palazzo Chigi, utili a stabilire quali saranno le risorse che il Governo avrà a disposizione la prossima manovra, che non sarà certo indolore.
In sintesi, nel primo caso l’ex premier prova a uscire dall’angolo rispondendo alle accuse consuete di voler fare da solo, calciando la palla in campo altrui. Forse sa che non servirà a nulla e proprio per questo ha deciso così. Però è un dato di fatto che sia uscito allo scoperto proprio quando il voto degli iscritti e le imminenti primarie gli stanno per riconsegnare in mano il Pd e la ricandidatura al voto di fine legislatura.
Gli ultimi resoconti sull’affare Consip, in questo senso, non possono che rafforzare questa strategia. Ancor di più alla luce dell’evidente, non imprevista ma non per questo meno delicata, sconfitta di M5S (meglio di Beppe Grillo) nella vicenda genovese laddove l’effetto più eclatante, oltre al risultato elettorale delle elezioni comunali, è la messa in seria discussione di tutto il sistema di selezione dei candidati grillini (soprattutto in un’ottica governativa).
Che tutto questo poi avvenga a ridosso del Consiglio dei Ministri sui conti della nostra economia la dice lunga del difficile momento che stiamo vivendo. Laddove il Paese dovrebbe ritrovare, invece, un minimo di rasserenamento per affrontare le grandi sfide congiunturali e strutturali cui è chiamato, nonostante tutto e pur per alcuni mesi, il Governo Gentiloni.