Al via l’esame in Senato. La Commissione Ue: cambiare le norme sulla registrazione dei partiti e sul livello dei finanziamenti
Comincia oggi al Senato, in Commissione Affari Costituzionali, l’esame sulla proposta di regolamento europeo relativo allo Statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.
Le richieste di modifica e di miglioramento del regolamento (Eu, Euratom 1141/2014) sono arrivate sia dal Parlamento europeo che da diversi partiti europei. I problemi principali del regolamento vigente concernono i criteri di registrazione dei partiti europei, la possibilità di adesione a più di un partito per i deputati al Parlamento europeo e il livello di cofinanziamento ai partiti e alle fondazioni europee.
Le normative vigenti sono facilmente oggetto di abuso per quanto riguarda i criteri di registrazione di un partito politico europeo, in quanto per fare in modo che venga soddisfatto il requisito del livello di rappresentanza (vale a dire in sette Stati membri) è possibile ricevere il sostegno: 1) dai partiti membri rappresentati nei Parlamenti regionali, in un parlamento nazionale o al Parlamento di Strasburgo, 2) da singoli membri di tali Parlamenti, 3) da una combinazione delle due forme di sostegno. Il problema nasce quando diversi membri di uno stesso partito nazionale sponsorizzano più di un partito politico europeo oppure quando, è capitato in alcuni casi estremi, un unico membro sponsorizza più di un partito. A questo punto non risulta più chiaro come stabilire un collegamento tra rappresentanza e criteri di finanziamento.
Su questo punto, nel testo modificato ora in esame al Senato, la Commissione Ue propone di “permettere soltanto ai partiti, e non più a singole persone, di sponsorizzare la creazione di un partito politico europeo”. La modifica va nella direzione sottolineata più volte dalla Commissione di aumentare l’affiliazione tra partiti nazionali e partiti europei.
Per quanto riguarda invece il secondo problema principale, quello relativo alle difficoltà che i partiti politici e le fondazioni politiche europee incontrano nel rispettare l’attuale soglia di cofinanziamento del 15% – trovandosi talvolta contestate alcune pratiche “dubbie” dai Servizi del Parlamento europeo – la Commissione ha proposto di utilizzare, ad esempio nelle campagne elettorali, una quota maggiore del finanziamento pubblico. Ossia: “I contributi finanziari o le sovvenzioni a carico del bilancio generale dell’Unione europea non superano il 90 % (prima 85) delle spese annue rimborsabili indicate nel bilancio di un partito politico europeo e il 95 % (prima 90) dei costi ammissibili sostenuti da una fondazione politica europea […] ”.