Contenuti illegali e dannosi banditi dal web, con uno specifico obbligo, per le piattaforme di Internet, di controllare quanto viene pubblicato sulle proprie pagine e contrastare, in tal modo, fake news e hate speech, pena multe salatissime, fino al 6% dei ricavi globali. Ma non solo.
Con il raggiungimento dell’accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sulla proposta di legge sui servizi digitali lo scorso 23 aprile (c.d. Digital Service Act), il progetto della Commissione europea del dicembre 2020 prende finalmente forma e introduce una rivoluzione storica in un terreno – quello etereo del web – dove fino adesso regnava anarchia o, tutt’al più, l’autoregolamentazione.
Il Digital Service Act, dunque, introduce standard senza precedenti in materia di responsabilità delle piattaforme online per quanto riguarda i contenuti illegali e dannosi pubblicati sui loro spazi, prevede una maggiore protezione degli utenti di Internet e dei loro diritti fondamentali, definendo nel contempo un insieme unico di norme nel mercato interno, aiutando le piattaforme più piccole a espandersi.
Tutti i grandi di Internet rientreranno nelle previsioni delle nuove regole: Google (proprietario anche di YouTube) e Meta(il nuovo nome di Facebook, proprietario anche di Instagram e WhatsApp) così come TikTok non avranno via di fuga, e saranno ritenuti diretti responsabili se non impediranno la pubblicazione di notizie dubbie e contenuti critici. Scatta per questo tipo di piattaforme un ciclo di controlli annuali legati ai “rischi sistemici” collegati alle loro attività. Non sarà da meno Amazon, a cui si applicheranno nuove regole per fermare la vendita di prodotti illegali, dovendo adoperarsi attivamente per verificare l’identità dei suoi fornitori prima di offrire i loro prodotti.
Il panorama dei servizi digitali è oggi notevolmente diverso rispetto a quello di 20 anni fa, quando è stata adottata la direttiva sul commercio elettronico che esentava da ogni responsabilità gli intermediari di Internet, oggi protagonisti di vitale importanza per la trasformazione digitale.
Grazie alle misure così introdotte, sarà possibile disporre di più strumenti utili a contrastare beni, servizi o contenuti illegali online come, ad esempio, l’istituzione di un meccanismo capace di consentire agli utenti di segnalare facilmente tali contenuti e alle piattaforme di cooperare con i cosiddetti “segnalatori attendibili”, oppure l’introduzione di nuovi obblighi in materia di tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online.
Infatti, la nuova normativa non imporrà alle piattaforme di rimuovere particolari forme di pubblicazione, lasciando l’ultima parola ai singoli paesi, ma permetterà ai singoli utenti, però, di segnalare contenuti ritenuti illeciti. Per questo a breve le aziende tecnologiche con più di 45 milioni di utenti attivi in Europa (ovvero il 10% della popolazione dell’UE)saranno obbligate a istituire nuove procedure per rimuovere i discorsi d’odio, la propaganda terroristica, gli abusi sessuali su minori e ogni altro tipo di materiale definito illegale dai singoli paesi dell’Ue. Per quanto riguarda questo tipo di piattaforme, la Commissione manterrà presso di sé la vigilanza sui relativi comportamenti, così da sincerarsi che i Big Tech mantengano fede al dettato delle norme.
Giro di vite anche sui c.d. “modelli oscuri”, ovvero quelle tattiche ingannevoli progettate dai Big di Internet per spingere gli utenti verso l’acquisto di determinati prodotti e servizi: anche tali condotte saranno vietate, a meno di non voler pagare multe miliardarie.
Tra le nuove misure che responsabilizzano gli utenti e la società civile vi sarà la possibilità di contestare le decisioni delle piattaforme in materia di moderazione dei contenuti e di presentare ricorso, sia attraverso un meccanismo di risoluzione extragiudiziale delle controversie sia per via giudiziaria. Ancora, si tenterà di aumentare le misure di trasparenza per le piattaforme online su una serie di questioni, tra cui gli algoritmi utilizzati per la raccomandazione di contenuti o prodotti agli utenti.
Soddisfazione a Bruxelles per l’accordo raggiunto. Per la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen“L’accordo raggiunto sulla legge sui servizi digitali è storico, in termini sia di rapidità che di sostanza. La legge sui servizi digitali aggiornerà le norme di base per tutti i servizi online nell’UE e garantirà che l’ambiente online rimanga uno spazio sicuro, salvaguardando la libertà di espressione e le opportunità per le imprese digitali. La legge concretizza il principio secondo cui ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online. Per quanto riguarda le piattaforme online, maggiori sono le dimensioni, maggiori sono le responsabilità.“.
L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio sarà ora soggetto all’approvazione formale dei due colegislatori. Una volta adottata, la legge sui servizi digitali sarà direttamente applicabile in tutta l’UE 15 mesi dopo l’entrata in vigore (o a decorrere dal 1º gennaio 2024, se la data sarà posteriore). Per quanto riguarda le piattaforme online di grandi dimensioni e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, la legge si applicherà a decorrere da 4 mesi dopo la loro designazione.