Non sono soltanto famiglie e imprese in difficoltà economica ad essere preoccupate per l’imminente scadenza della sospensione di prestiti e mutui ma – incredibile ma vero – anche le loro banche.
L’orologio infatti corre: con gli ultimi provvedimenti legislativi del 2020 il rimborso di prestiti, mutui e finanziamenti ad autonomi, piccole e medie imprese sono stati prorogati al 30 giugno di quest’anno e, a meno di tre mesi da questa linea di traguardo si intensificano gli appelli al Parlamento perché si proroghi la misura, tenuto conto che la crisi innescata dalla pandemia non è affatto finita.
Secondo le stime della Banca d’Italia, le domande di adesione alle moratorie sui prestiti si attestano ad oltre 2,7 milioni, per un valore di circa 294 miliardi di euro. Le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI superano quota 149 miliardi. Le domande di accesso alla moratoria da parte delle famiglie hanno riguardato prestiti per 96 miliardi di euro. Le banche hanno ricevuto circa 200 mila domande di sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo medio pari a circa 94 mila euro. Peccato, però, che dal 18 dicembre scorso – benché precedentemente anche per loro previsto – lavoratori autonomi, commercianti e partite IVA non possono più accedere alla sospensione dei loro mutui “prima casa”, contrariamente ai lavoratori dipendenti la cui misura, anzi, è stata rafforzata dal decreto ristori.
Proprio sull’impossibilità per il popolo delle partita IVA di aderire alla moratoria “prima casa” si è acceso, nei giorni scorsi, lo scontro politico, con diverse interrogazioni depositate alla Camera da parte di altrettanti parlamentari.
Sull’argomento, sentita per l’occasione da LabParlamento, l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, per voce del suo Vice Direttore generale Gianfranco Torriero, ha espresso tutta la sua preoccupazione sulla vicenda: “L’allungamento delle moratorie e della durata dei prestiti garantiti è una priorità per consentire la ripartenza delle imprese dopo la pandemia ed evitare l’aumento dei crediti deteriorati con regole troppo meccaniche che inciderebbero sull’erogazione creditizia. Allo stesso tempo, sul lato delle famiglie auspichiamo la conferma delle misure in deroga alla ordinaria disciplina del Fondo Gasparrini che permette di sospendere le rate del mutuo, includendo anche autonomi e professionisti che hanno registrato riduzioni del fatturato”.
Sulla medesima lunghezza d’onda e, più in generale, sulla prossima scadenza della moratoria dei prestiti alle impresesi è espressa anche la Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani. Il Segretario generale Lando Maria Sileoni, contattato a tal proposito da LabParlamento, ha così dichiarato: «Il Governo e la Banca d’Italia stanno recependo il nostro grido d’allarme e siamo certi che raggiungeranno il risultato per evitare un ulteriore dramma sociale. Le moratorie sui prestiti bancari vanno prorogate da giugno, l’attuale scadenza, fino al termine della pandemia. In assenza di un rinvio, le conseguenze, economiche e sociali, in Italia, saranno devastanti. In particolare, sono 198 miliardi i finanziamenti congelati per 1,3 milioni di imprese e molte di queste aziende, portate inevitabilmente in sofferenza dalle banche, potrebbero fallire, con la conseguenza che salterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro, mentre per le famiglie il rischio è quello di perdere la propria abitazione ipotecata a garanzia del mutuo».
La conversione in legge del Decreto Sostegni, attualmente all’esame di Palazzo Madama, potrebbe rappresentare il miglior momento per l’inserimento di alcune previsioni utili per tamponare questa emergenza, a cominciare dalla proroga della moratoria mutui prima casa per i lavoratori autonomi, ultimi ad essere ricordati benché i primi a pagare gli effetti disastrosi della crisi.