Mario Draghi è entrato a Palazzo Chigi in punta di piedi. Oggi si scopre che si è portato il pranzo da casa. L’analisi di Andrea Di Santo collaboratore di Arcadia ci racconta la reazione del web alla notizia del “volontariato” del premier.
Il taglio ai costi della politica è un tema di interesse nazionale da ormai più di dieci anni e il Movimento 5 Stelle ne ha fatto una battaglia politica, intercettando prima di tutti il malumore degli elettori su questo “issue”.
Tuttavia, proprio un premier pentastellato, Giuseppe Conte, rischia di essere ricordato per essere costato più di Mario Draghi, l’uomo simbolo dell’euro, il banchiere per eccellenza. Infatti, se è vero che nel lontano 2018 Giuseppe Conte ci tenne a far sapere che si stava tagliando lo stipendio del 20%, Mario Draghi, in silenzio, come ci ha abituati, ha rinunciato all’intero importo. E la rete lo premia, sempre virtualmente, a costo zero per intenderci.
Grazie alla piattaforma Live Insights di Blogmeter, infatti, scopriamo che il mood della rete relativo alla keyword “mario draghi” nei due giorni interessati dalla notizia è positivo al 46,74%, con un migliaio di mentions (988 per la precisione) e quasi 100k di engagement.
Un dato sicuramente incoraggiante se confrontato alle prestazioni del mese scorso del premier che, soffrendo l’irritazione generale conseguente all’estensione delle misure restrittive, aveva visto il suo indice di gradimento calare di ben 4 punti (Ipsos), con un mood prevalentemente negativo nell’intervallo 13 aprile-13 maggio.
L’approvazione della rete riverbera in maniera ancor più roboante se alla keyword “mario draghi” aggiungiamo “stipendio” o “compenso”. In entrambi i casi, infatti, il mood positivo schizza alle stelle: 66,67% per il primo; addirittura 85,42% per il secondo.
Se ci si prodiga, poi, in un esercizio comparativo con gli altri leader dei principali partiti italiani, si scopre che – sempre considerando le ultime 48 ore – il premier è l’unico a vantare un mood positivo e può permettersi di giocarsela con il “top player” della rete, Giuseppe Conte. Anche ragionando in termini di engagement (dunque interazioni, commenti, ecc.).
Interessante notare, poi, che la gran parte delle interazioni generate nelle ultime 48 ore “di successo” del premier provengono da fonti quali “news” e “blog”, non social media. Stessa cosa avviene per Enrico Letta, che però sui social è presente. Segnale evidente del fatto che nella giungla social il Presidente del Consiglio non è oggetto di discussioni come avviene per tutti gli altri leader. Cosa che molto probabilmente è frutto della scelta strategica di non essere presente online in prima persona, lasciando alle “ben poco social” conferenze stampa il compito di “comunicare” Mario Draghi.
Insomma, l’uomo simbolo dell’euro, ad oggi, non se ne porta a casa nemmeno uno per il lavoro che fa. E questo alla gente piace.