Nuovo incontro sabato prossimo per la verifica finale. Ma qualora non si raggiungesse l’accordo è già pronto un emendamento in Legge di Bilancio
di S.C.
Passi in avanti ma l’accordo non c’è ancora. Dopo il tavolo tecnico di questa mattina e quello politico di oggi pomeriggio, è stato calendarizzato un nuovo incontro Governo-Sindacati per la mattina di sabato 18 novembre. Oggetto: la verifica finale sul testo dettagliato richiesto all’esecutivo. Presenti a Palazzo Chigi, il premier Paolo Gentiloni, i ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è stato presentato a Cgil-Cisl-Uil un piano in 7 punti che prevede impieghi per 300 milioni di euro. Si tratta, in particolare, di intervenire sull’allentamento dei requisiti per la pensione di anzianità a partire dal 2019, quando scatterà l’innalzamento dell’età pensionabile per via dell’aumento dell’aspettativa di vita.
Il pacchetto di proposte, considerate innovative rispetto al punto di partenza e frutto degli incontri tecnici, così come enumerate da Gentiloni, sono l’esenzione dell’adeguamento all’aspettativa di vita per le 15 categorie di lavori gravosi; una commissione che dovrà studiare la pesantezza delle occupazioni e valutare la classificazione tra previdenza ed assistenza ai fini di una migliore separazione; la revisione del meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco; il sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici; il miglioramento del Fis (Fondo integrazione salariale); il riutilizzo per il 2018 delle risorse per l’Ape sociale e per i lavoratori precoci.
Di questi punti, ad oggi le certezze sembrerebbero essere la proroga, prevista da un emendamento in Legge di Bilancio, dell’Ape sociale al 2019 per 15 categorie di lavori gravosi (quattro in più rispetto alle attuali, ovvero: lavoratori agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori) e la revisione del meccanismo di calcolo per l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Nel momento in cui saltasse la trattativa, al Governo non rimarrebbe che l’ipotesi di procedere con l’emanazione di un decreto di adeguamento.