Dopo il voto unanime del Senato, il DdL sta trovando difficoltà alla Camera. Diventerà legge oppure no?
Il 20 settembre scorso, le Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive di Montecitorio hanno avviato l’esame, in seconda lettura parlamentare, del disegno di legge concernente le “nuove disposizioni in materia di iscrizione e funzionamento del registro delle opposizioni e istituzione di un prefisso unico nazionale per le chiamate telefoniche a scopo promozionale e di ricerche di mercato”. I relatori sono i deputati Michele Mognato (MDP) e Lorenzo Basso (PD).
I lavori in Commissione dovevano riprendere oggi ma sono stati rinviati per lasciare spazio alla seduta dell’Assemblea che è chiamata a concludere l’iter del “Rosatellum 2.0”.
Il provvedimento, composto da 4 articoli, era stato approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 2 agosto. L’esame si era svolto esclusivamente in Commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama, utilizzando la sede deliberante. In quella occasione il testo aveva ricevuto un voto favorevole unanime. A lavori conclusi, il senatore Raffaele Ranucci (PD) – relatore del DdL – aveva dichiarato: «rappresenta una sintesi equilibrata, con la quale il Parlamento ha cercato di contemperare sia i diritti degli operatori del settore del telemarketing (con particolare riguardo ai lavoratori dei call center) a poter svolgere legittimamente la loro attività, sia i diritti altrettanto legittimi dei cittadini alla tutela della propria privacy. Si tratta di temi solo apparentemente secondari, ma che hanno grande rilevanza per la vita quotidiana delle persone».
I comportamenti di marketing telefonico sono sempre più aggressivi ed insistenti e, di contro, si è dimostrata palesemente inefficace l’attuale disciplina del “Registro delle opposizioni”, il registro pubblico degli abbonati che si oppongono all’utilizzo del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali. D’altra parte, occorre contemperare le esigenze di protezione dei cittadini con la necessità di garantire alle aziende stesse di poter comunque svolgere la loro attività, anche in ragione della tutela degli attuali livelli occupazionali.
Anche il Garante della privacy si è espresso a favore dei principali punti del provvedimento e si avverte, a maggior ragione, la necessità di approvarlo definitivamente prima della fine della legislatura. Vedremo se l’incombente avvio della sessione di bilancio lascerà lo spazio utile per arrivare ad avere una legge che riduca il fenomeno del cosiddetto “telemarketing selvaggio” e che ampli le tutele per i cittadini/consumatori e per i lavoratori del settore.