Il nuovo presidente dell’Agcm ha illustrato la Relazione sull’attività svolta dall’Authority nel 2018, la prima del suo settennato. Comminate sanzioni superiori a 1 miliardo e 270 milioni di euro, il tasso di successo degli interventi a tutela della concorrenza ha superato il 50%
Asimmetrie competitive nel mercato unico europeo, attività sanzionatoria dell’Autorità Antitrust, sfide dell’economia digitale, poteri dell’Agcm. Questi sono stati gli assi portanti dell’intervento con cui il presidente Roberto Rustichelli ha illustrato, martedì 2 luglio presso la Camera dei deputati, la Relazione sulle attività svolte dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel 2018.
Rustichelli, ex magistrato del Tribunale delle Imprese di Napoli, ha aperto la prima presentazione del proprio settennato alla guida dell’Authority (dove si è insediato nel maggio scorso) rimarcando la necessità di un coordinamento dell’operato delle Istituzioni italiane nel contesto dell’Unione europea, malgrado nel Vecchio Continente mercato e concorrenza non godano più del favore di cui hanno beneficiato in passato.
Pertanto, nella visione del vertice dell’Antitrust risulta essenziale che Ue e Governi nazionali ricostruiscano il consenso intorno ai precetti della libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone, rimuovendo ogni tipo di distorsione (a partire dal dumping fiscale praticato da alcuni Stati membri dell’Unione) che ne impedisce la corretta attuazione e garantendo la permanenza di quel level playing field senza il quale non ci può essere equa competizione sul piano continentale.
In seguito, soffermandosi sui provvedimenti presi dall’Agcm tra il 1° gennaio 2018 e il 1° giugno 2019, Rustichelli ha reso noto che in quell’arco temporale l’Autorità ha comminato sanzioni per un ammontare superiore a 1 miliardo e 270 milioni di euro tra enforcement antitrust e tutela del consumatore, chiudendo altresì 13 procedimenti per intese, 11 procedimenti per abuso di posizione dominante e 5 procedimenti per concentrazioni sul fronte della tutela della concorrenza.
Inoltre, particolarmente intensa è stata l’attività di advocacy condotta dall’Antitrust per promuovere il rispetto dei principi concorrenziali da parte dei pubblici poteri. Complessivamente, il tasso di successo degli interventi svolti è stato superiore al 50%, e rispetto al 2017 si è registrato un aumento del 20% nelle richieste di rilascio del rating di legalità da parte delle imprese.
Per quanto riguarda invece la digital economy, nel corso della presentazione è stata richiamata l’indagine conoscitiva sui Big Data lanciata dall’Authority (insieme a Garante della privacy e Agcom), da cui sono appena state ricavate delle Linee guida e dalla quale potrebbero arrivare a breve spunti per potenziali interventi sul versante della concentrazione dei mercati spesso associata alle piattaforme di intermediazione tra fornitori di servizi e cittadini-utenti.
In linea generale, l’Agcm non ritiene che siano necessari stravolgimenti dell’attuale sistema istituzionale, ma un suo adattamento alle continue evoluzioni tecnologiche in atto mediante una maggiore cooperazione tra i soggetti coinvolti. A titolo di esempio delle azioni intraprese in materia, Rustichelli ha menzionato le istruttorie condotte nei confronti di Facebook, Apple e Samsung per pratiche commerciali scorrette connesse alla raccolta di dati (nel caso del social network) e obsolescenza programmata di alcuni modelli di smartphone.
Infine, il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha espresso soddisfazione per il ventaglio di strumenti e competenze attribuite alla sua istituzione, per quanto non abbia mancato di segnalare come alcuni aspetti necessiterebbero di miglioramenti, a partire dal tetto di 5 milioni di euro per le sanzioni che renderebbe pressoché inefficaci eventuali sanzioni ai danni delle compagnie big tech.