Dal Consiglio Regionale mandato a Roberto Maroni per negoziare l’intesa. Obiettivo: accordo entro gennaio 2018. Ma l’ultima parola spetterà al nuovo Parlamento
È arrivato a larghissima maggioranza, nella giornata di ieri, il via libera del Consiglio Regionale alla risoluzione con cui la Lombardia potrà aprire formalmente il negoziato con il Governo nazionale per ottenere maggiori competenze e più autonomia, sulla base dei risultati del referendum del 22 ottobre scorso.
Il testo proposto dalla Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea lombarda è stato infatti approvato con 67 sì, 1 no e 4 no, e impegna il Presidente della Regione ad avviare, con il supporto di una delegazione, il confronto con l’Esecutivo necessario per stringere un’intesa (da sottoporre in seguito al Consiglio) secondo le modalità previste dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. L’atto votato a Milano si concentra, inoltre, sulla necessità di definire rapporti chiari tra legislazione, potere regolamentare e funzioni amministrative nei settori in cui la Lombardia dovesse ricevere ulteriori deleghe da Roma, nonché sul ruolo che dovrà essere ricoperto (in chiave consultiva) da Enti locali e parti sociali nell’arco del negoziato che dovrebbe portare alla sottoscrizione dell’intesa.
L’atto individua i 23 ambiti sui quali si concentreranno le trattative con il Governo, pari sostanzialmente alla totalità delle materie oggi a competenza concorrente tra Stato e Regioni. Nel dettaglio, si tratta di 6 aree tematiche: Area Istituzionale (Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni, Ordinamento della comunicazione e Organizzazione della giustizia di pace), Area Finanziaria (Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, Previdenza complementare ed integrativa, Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale ed Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale), Area Ambiente, Territorio e Infrastrutture (Ambiente ed ecosistema: tutela e valorizzazione, Protezione civile, Governo del territorio, Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, Grandi reti di trasporto e di navigazione e Porti e aeroporti civili), Area Economica e del Lavoro (Tutela e sicurezza del lavoro, Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi, Commercio con l’estero e Professioni), Area Cultura, Istruzione e Ricerca scientifica (Norme generali sull’istruzione, Beni culturali: tutela e valorizzazione e Ordinamento sportivo) e Area Welfare (Tutela della salute e Alimentazione).
Lunedì 13 novembre il governatore Roberto Maroni si riunirà con il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo (Alternativa popolare) e con i Capigruppo d’Aula per definire la delegazione con cui la Lombardia si presenterà al cospetto dell’Esecutivo. Lo stesso Maroni, presente al momento dell’ok alla risoluzione, ha dichiarato che “l’obiettivo è chiudere la trattativa entro fine gennaio”, sebbene sia consapevole che con tutta probabilità sarà il prossimo Parlamento a discutere la legge di ratifica dell’accordo. Non va dimenticato, al riguardo, che saranno Camera e Senato ad avere l’ultima parola sulla concessione di maggiore autonomia, per la quale è necessario il via libera delle Camere a maggioranza assoluta dei componenti.