Il presidente della Lombardia ha illustrato alla Camera la risoluzione per l’apertura del tavolo con il Governo
di Valentina Magri
“Noi vogliamo arrivare a un accordo con il Governo prima che questo termini il suo mandato, prima delle elezioni e vogliamo farlo seriamente. Non è un’iniziativa da campagna elettorale“. Questo il messaggio principale lanciato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, a poche settimane dalla vittoria del sì al referendum del 22 ottobre per l’autonomia.
“Ho l’ambizione di chiudere la trattativa con l’Esecutivo entro la fine di gennaio, così da evitare sovrapposizioni con la prossima campagna elettorale”, aveva già dichiarato Maroni al Consiglio Regionale della Lombardia nel pomeriggio di martedì 7 novembre, prima della votazione della risoluzione sull’apertura del negoziato con Roma.
Nel corso dell’audizione di stamane, il presidente lombardo ha spiegato che le 23 materie su cui sarà richiesta l’autonomia (ex articolo 116 della Costituzione, terzo comma) sono state raggruppate in 6 macroaree, da cui scaturiranno 6 tavoli di trattativa divisi per materie. Il governatore ha comunque chiarito che l’elenco delle materie non è esaustivo, e che la Lombardia si riserva di integrarlo con altri contenuti che potrebbero emergere in sede di trattativa con lo Stato.
Roberto Maroni ha poi toccato il tema del residuo fiscale, ossia la differenza tra quanto una Regione invia a Roma in termini di imposte e quanto lo Stato spende a livello locale. L’idea della Lombardia è di ridurre il residuo fiscale del 50%, portandolo da 54 a 27 miliardi di euro.
L’atteggiamento di Maroni in questa fase di pre-trattativa sull’autonomia sembra cauto e costruttivo: “Non ho la pretesa di partire già con soluzioni precostituite o con richieste che so già che non saranno accolte. Il mio obiettivo è trovare un accordo e non fare muro contro muro”. Il presidente ha anche proposto che al negoziato partecipi pure “una delegazione del Parlamento, oltre ai governatori delle Regioni del sud”, pur ammettendo che tutto ciò “sarebbe una sfida”. Alle 16 di oggi, a Palazzo Chigi, Roberto Maroni inizierà a definire con il Governo ambiti e materie della discussione.