Sul tavolo del nuovo esecutivo c’è un aggiustamento da 10,2 miliardi. Pesa il debito. “Dialogo con Palazzo Chigi”
Di LabParlamento
L’Italia evita la procedura per debito eccessivo sul 2017 grazie alla crescita più ampia del previsto, che ha ridotto lo sforamento dei conti pubblici giudicati per questo “ampiamente in linea” con le regole. Ma il monitoraggio si sposta sul 2018 e, di conseguenza, anche sul 2019. Questo in sintesi il giudizio della Commissione Ue sulla parte più delicata della congiuntura nazionale: Bruxelles infatti ha reso note oggi le attese “raccomandazioni” ai singoli Paesi membri.
Quest’anno Bruxelles si aspettava una correzione dello 0,3% del Pil, per 5 miliardi euro, che non c’è stata. Gli effetti negativi si ripercuotono sul 2019: al momento perciò serve una manovra pari allo 0,6% del Pil, ovvero 10,2 miliardi di euro. La situazione verrà comunque “riesaminata” sulla base dei “dati ex post del 2018 che saranno notificati nella primavera del 2019”. Il giudizio definitivo slitta dunque all’anno prossimo.
Nel Documento di economia e finanza scritto dal Governo Gentiloni, limitato alla parte tendenziale dello scenario, non è stata prevista alcuna manovra. Spetterà al prossimo governo, in autunno, con la Legge di Bilancio decidere se mettere in campo l’aggiustamento richiesto dalla Ue, che giudica “inadeguato”, ad oggi, lo sforzo sui conti pubblici che risulta dal Def.
Cautela ma anche chiari avvertimenti nelle parole a commento di Bruxelles. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, spiega: “L’apertura di una procedura” per il debito “non è necessaria oggi”, ma la Commissione ci ritornerà su “nella primavera del 2019, quindi non è la fine della storia”. ” Per ora, abbiamo deciso di non aprire una procedura per debito per l’Italia” conferma. “Il messaggio politico per l’Italia – ha aggiunto – è chiaro: deve continuare a ridurre il debito pubblico che è il secondo più alto dopo la Grecia, ma dalla nostra valutazione vediamo un ampio rispetto del Patto nel 2017 e della regola del debito”.
“L’esperienza che abbiamo, trattandosi dell’Italia come degli altri paesi, è che dobbiamo rispettare la legittimità e i tempi democratici, dobbiamo aspettare la fine” del processo di formazione del nuovo governo e quindi “la Commissione non può e non deve pronunciarsi su annunci ma deve basarsi sull’attività legislativa” del futuro esecutivo, ha dichiarato dal canto suo il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici gettando un po’ di acqua sul fuoco dopo le recenti polemiche.
“Mi auguro – ha aggiunto – una cooperazione” con il futuro governo italiano che sia “basata sul dialogo, la comprensione e la reciprocità” perché “l’Italia è uno dei Paesi fondatori” dell’Ue, sta nel cuore dell’eurozona, ed è in questo quadro che deve iscriversi la sua traiettoria” futura.
“La situazione in Italia del resto vede sfide ben note che aspettano da tempo risposta”, in particolare risolvere la questione del “debito è importante per l’avvenire dell’Italia e dei cittadini italiani, e questo necessita di risposte credibili” a cui “come amici e innamorati dell’Italia dobbiamo prestare attenzione” ha concluso Moscovici.
Tra le altre raccomandazioni del documento: ridurre la durata dei processi civili, attuando la semplificazione delle procedure, comprese quelle già in discussione; puntare ad una più efficace prevenzione e repressione della corruzione, riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anti-corruzione; assicurare l’attuazione del nuovo quadro per la P.A. e aumentare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali; infine, affrontare le restrizioni alla concorrenza, compreso nel settore dei servizi, anche attraverso una nuova legge annuale sulla concorrenza.