Al centro del dibattito anche la revisione della disciplina in materia di impresa sociale
Nei giorni scorsi è andata in scena l’audizione informale del mondo dell’associazionismo sul Codice del Terzo Settore. Prosegue dunque l’iter dell’atto 417, stavolta nella Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Al centro del dibattito di due giorni fa anche la Revisione della disciplina in materia di impresa sociale (atto 418).
Lo schema di decreto legislativo in esame prevede misure per il riordino degli enti del Terzo Settore, tra i quali l’esigenza di avere un revisore contabile e un organo di controllo interno.
Dodici titoli e centoquattro articoli per far fronte alla penuria di norme civilistiche riferite alla governance nel mondo dell’associazionismo.
Emblematico il comma 1 dell’articolo 4 che individua le organizzazioni cui il Codice si applica, ovvero“le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, ed ogni altro ente costituito in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, o di fondazione per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore”.
Numerose le realtà coinvolte nell’audizione, dall’ARCI Nazionale alle ACLI, dalle Legacoop all’AVIS. Presenti anche le associazioni di consumatori, quelle di cooperazione come Emergency e rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate e del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti per le questioni contabili. Interessante, tra gli altri, il contributo del Forum Terzo Settore, critico nei confronti di misure “dell’ultimo minuto” che andrebbero a mettere a rischio la sopravvivenza delle cooperative sociali. Un “effetto spiazzamento” che si tradurrebbe in una battuta d’arresto per lo sviluppo della democrazia economica. Il riferimento è a quell’articolo 2 che, sostiene il Forum, impedirebbe alle coop sociali di svolgere tutte quelle attività previste per le imprese sociali.
Al Senato l’iter del disegno di legge 417 vive un momento di stallo. In Commissione Affari Costituzionali, la scorsa settimana, è mancato il numero legale. Un esame rinviato anche in Commissione Lavoro e in quella Finanze e Tesoro. Varie le ragioni del rinvio: per la Commissione VI (Finanze e Tesoro) le motivazioni riguardano un esame più attento della disciplina dell’istituto del cinque per mille, con il sen. Giuseppe Vacciano (Misto) che ha sollecitato un chiarimento sull’importo minimo erogabile, in riferimento alle quote che non verrebbero versate ai beneficiari indicati dai contribuenti.
Un problema analogo è stato sollevato in Commissione Lavoro e Previdenza del Senato. Quì, il presidente Maurizio Sacconi ha sottolineato la presenza di una delega in bianco sul fronte del cinque per mille dell’inoptato. Una questione “di non poco conto” che – spiega il senatore centrista – richiede una disamina più attenta del testo.
La procedura vuole che, raggiunta l’intesa, le Commissioni competenti esprimano pareri obbligatori, ma non vincolanti, entro 30 giorni dall’invio del testo da parte del Consiglio dei Ministri. Solo a quel punto il Cdm potrà approvare definitivamente i testi dei decreti legislativi.