I relatori a nove mesi dall’approvazione in Commissione. Ma la storia rischia di non finire qui. Ipotesi fiducia
Con la relazione svolta stamani dai senatori Luigi Marino (Alternativa Popolare) e Salvatore Tomaselli (Partito Democratico), è finalmente iniziato l’esame del DdL Concorrenza nell’Aula del Senato.
L’avvio dell’iter arriva a distanza di quasi 9 mesi dall’approvazione del testo in Commissione Industria, dopo un anno e mezzo dalla conclusione della sua prima lettura alla Camera e a oltre due anni dal via libera originario in Consiglio dei Ministri (risalente a febbraio 2015). Non è quindi un caso che il provvedimento, nell’arco del tempo trascorso, sia passato dal contare 32 articoli all’esserne composto da 75, né che sulla lentezza della sua discussione siano state avanzate ipotesi di vario tipo. Noi stessi avevamo parlato nei mesi scorsi di “storia infinita”, evidenziando in seguito i vizi formali del DdL.
Da parte loro i relatori, nel presentare le misure all’Assemblea di Palazzo Madama, si sono concentrati proprio sul ritardo accumulato dal DdL Concorrenza. Ritardo, che a detta di Marino e Tomaselli non sarebbe da attribuire a pressioni di lobby o gruppi di interesse vari, ma alla mancanza di una chiara linea di azione di Governo e maggioranza su un testo che affronta molti, forse troppi, settori dell’economia italiana: dall’energia ai farmaci, dalle assicurazioni al turismo, fino ai trasporti e agli atti societari. Entrambi i relatori hanno sostenuto, infatti, che il Disegno di Legge è stato caricato di attenzioni e attese eccessive, quando in realtà avrebbe dovuto rappresentare il primo passo di una strategia di liberalizzazioni da perseguire con Leggi annuali. Da qui, l’auspicio che questi rallentamenti possano essere d’insegnamento per il futuro, sebbene sia ormai vicina la conclusione della Legislatura.
A quanto risulta allo stato attuale, il Concorrenza non dovrebbe fare ritorno in Commissione (nonostante questo sia quanto auspicato, anche oggi, da Luigi Marino), proseguendo nelle prossime giornate l’iter in Aula. In questa sede dovrebbero essere introdotte le modifiche messe a punto nelle ultime settimane dall’Esecutivo (compreso il possibile slittamento della fine del regime di maggior tutela elettrico dal 1° luglio 2018 al 1° luglio 2019), che a quanto affermato dal sottosegretario al Mise Antonio Gentile porrà a inizio maggio la fiducia per evitare ulteriori sorprese.
In ogni caso, va ricordato che qualora il provvedimento venisse approvato dal Senato dovrebbe comunque far ritorno a Montecitorio, dove sarebbe di nuovo esposto al rischio di rallentamenti nonché all’instabilità dell’attuale momento politico. In altri termini, quanto accaduto stamattina potrebbe non aver sbloccato in via definitiva le sorti del DdL Concorrenza.