Trasmesso l’atto con cui si chiariscono gli interventi su cui attivare Enti locali e cittadini. Parere delle Commissioni entro il 29 gennaio
Dopo lo stupore suscitato nei mesi scorsi dal ritardo nella messa a punto del testo, è stato tramesso in Parlamento lo schema di Decreto del Presidente del Consiglio sull’introduzione del dibattito pubblico per la realizzazione di grandi opere e infrastrutture dal rilevante impatto socio-ambientale.
Previsto dall’articolo 22 del Decreto legislativo 50/2016, il Dpcm individua le modalità di svolgimento e la tipologia di interventi da sottoporre alla nuova procedura, il cui obiettivo consiste nel garantire la più ampia partecipazione di enti territoriali e cittadini a decisioni che li interesseranno da vicino. Strutturato in dieci articoli, lo schema di Decreto chiarisce che il dibattito pubblico si svolgerà nella fase iniziale della progettazione di un’opera, in modo che il proponente possa valutare se e come proseguire nell’attuazione dell’intervento. In altri termini, con l’introduzione di questo strumento si tenterà in futuro di evitare tensioni come quelle che hanno accompagnato l’iter di realizzazione della ferrovia Torino-Lione e del gasdotto Tap.
In base al testo proposto dal Governo, il meccanismo si attiverà per i progetti che superino le soglie di 500 milioni di euro per le infrastrutture a rete e di 300 milioni per le infrastrutture puntuali, ridotte della metà in caso di interventi riguardanti siti Unesco. Inoltre, il dibattito pubblico potrà essere attivato dal proponente dell’opera, dalle Istituzioni locali e (in alcuni casi) da strutture statali o cittadini. La durata della procedura potrà raggiungere un massimo di 4 mesi, prorogabili di ulteriori 2 in caso di necessità. Al termine della fase di discussione verrà prodotta una relazione conclusiva, che non avrà tuttavia carattere vincolante per il proponente, al quale spetterà la decisione finale sul progetto. Vigilerà sulla regolarità della procedura la Commissione nazionale per il dibattito pubblico, da istituire presso il Ministero delle Infrastrutture.
Il Dpcm è stato predisposto da Palazzo Chigi dopo aver consultato aziende dei settori ferroviario, stradale ed energetico, associazioni ambientaliste, studiosi e parlamentari attivi sul tema del dibattito pubblico. L’atto è stato assegnato, rispettivamente, alle Commissioni Ambiente della Camera e Lavori pubblici del Senato, che dovranno esprimere i loro pareri entro il prossimo 29 gennaio.
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