761 comuni. A Roma occhi puntati su III e VIII Municipio. Coalizione di centrodestra divisa in alcune realtà locali. M5S corre da solo alla ricerca di numeri confortanti
Ci risiamo. Si torna a votare. Scongiurato infatti il voto estivo per le elezioni politiche, grazie all’accordo e alla nascita del “Governo del cambiamento”, ci sono ben 761 comuni italiani che domenica 10 giugno sono chiamati al voto per eleggere i rispettivi sindaci e consigli comunali.
Le elezioni amministrative di solito non hanno valenza politica di respiro nazionale, ma questa volta invece ne avranno, eccome.
Anzitutto perché saranno coinvolti quasi 7 milioni di elettori (6.749.654 per l’esattezza) e poi perché sarà interessante vedere “la tenuta” dei due partiti di governo e quella della coalizione di centro destra, messa a dura prova proprio dall’accordo di Governo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Dei 761 comuni (qui l’elenco completo) in cui si terranno le elezioni amministrative, 2 sono capoluoghi di provincia, 1 capoluogo di regione, 109 sono città superiori ai 15mila abitanti e 652 comuni pari o inferiori a 15.000 abitanti.
I capoluoghi di provincia coinvolti sono Brescia, Sondrio, Imperia, Treviso, Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Ancona, Terni, Viterbo, Teramo, Avellino, Barletta, Brindisi, Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani e tra questi ben sei (Ancona, Brescia, Catania, Messina, Siracusa e Vicenza) con più di 100mila abitanti.
Nello stesso giorno si voterà anche per rinnovare i consigli circoscrizionali del III e del VIII municipio di Roma Capitale: un piccolo test di gradimento sul governo capitolino pentastellato.
Al terzo municipio, il Movimento 5 Stelle, per questa tornata elettorale, ha candidato l’ ex presidente del medesimo municipio, Roberta Capoccioni.
Il centrosinistra sarà invece rappresentato da Giovanni Caudo, urbanista ed ex assessore della giunta Marino.
Sul fronte opposto, Francesco Maria Bova, sostenuto dalla coalizione di centrodestra. Ex vicequestore e primo dirigente del commissariato Fidene Serpentara, la candidatura di Bova è stata avanzata dalla Lega e accettata da Forza Italia e poi anche da Fratelli d’Italia.
Francesco Amato sarà invece il candidato di CasaPound, che si era già presentato alle elezioni amministrative del 2016.
Davide Angelilli, il più giovane tra tutti con i suoi 27 anni, si candida per Potere al popolo.
All’VIII Municipio, commissariato da più di un anno, dopo le dimissioni ad aprile 2017 del presidente Paolo Pace (5 Stelle), il movimento grillino candida Enrico Lupardini, anche lui ex presidente del consiglio municipale.
Amedeo Ciaccheri è il candidato del centrosinistra. Ciaccheri viene dal centro sociale La Strada, ha fatto parte da indipendente della lista Sel ed è stato capogruppo della Coalizione civica durante la precedente amministrazione ed è sostenuto anche da diverse liste civiche.
La coalizione di centrodestra è guidata da Simone Foglio, candidato di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.
CasaPound presenta invece Massimiliano Pugliese con lo slogan “Una risposta netta al fallimento dei due minisindaci 5 Stelle e alle loro giunte in frantumi”.
Potere al Popolo è rappresentato da Rita Chiavoni, che si definisce “alternativa allo scempio” dei partiti che in passato hanno retto il Municipio.
Nei capoluoghi di provincia sarà interessante vedere invece cosa succederà al centro destra. Infatti, in alcuni capoluoghi la “coalizione” non si presenterà unita.
Ad Avellino, per esempio, Forza Italia e Lega sostengono Sabino Morano, mentre Fratelli d’Italia candida Dino Preziosi.
A Barletta, Siracusa e Trapani, invece, la Lega corre da sola, rispettivamente con Flavio Basile, Ciccio Midolo e Bartolo Giglio.
A Brindisi è Forza Italia che ha “tradito” la coalizione presentando Roberto Cavalera insieme a UdC, Alternativa Popolare, Partito Repubblicano Italiano e alcune liste civiche.
A Ragusa è invece il candidato di Fratelli d’Italia, Peppe Cassì, che non potrà contare sul supporto degli alleati.
Il Movimento 5 Stelle continua invece la propria “corsa solitaria” presentando sempre candidati fuori da coalizioni o da qualunque tipo di accordo.
E qui sarà importante verificare se l’elettorato del Movimento 5 stelle confermerà i numeri lusinghieri delle elezioni del 4 marzo o quelli, meno entusiasmanti, delle elezioni regionali dello scorso aprile. Alla prova dei fatti anche la Lega, in costante crescita nelle ultime elezioni.
Alle urne l’ardua sentenza…