L’Esecutivo porta avanti la riforma delle carceri, le vertenze sul tavolo di Calenda, Berlusconi shock
Attività dell’esecutivo al fotofinish, più o meno consuete fibrillazioni europee alla vigilia dei passaggi elettorali nazionali, attenzione alle crisi aziendali da prima pagina e ultime novità dal fronte elettorale. Scorre così la giornata, in un mix assai variegato.
Con il via libera del Consiglio dei Ministri ai tre decreti attuativi su minori, lavoro e giustizia riparativa, si è conclusa la fase preliminare della riforma sull’ordinamento delle carceri (composta da quattro decreti in totale). Come ha sottolineato il premier, Paolo Gentiloni, si tratta di un “lavoro in progress” ma per essere completato l’iter ha bisogno di un altro Cdm.
Gentiloni ha spiegato che il Governo sta “lavorando con strumenti diversi all’obiettivo di un sistema carcerario che contribuisca a ridurre la recidiva”; punto fondamentale del testo sono le misure penali di comunità e la previsione di un modello penitenziario che guardi all’individualizzazione del trattamento. Inoltre, viene posto un limite alla possibilità di concessione dei benefici prevista dall’ordinamento penitenziario ai detenuti sottoposti a regime di 41 bis. Il Governo sottolinea come d’ora in avanti “tutte le misure dovranno prevedere uno specifico programma di intervento educativo, “costruito sulla specificità del singolo condannato, che miri a riassicurare un proficuo reinserimento sociale”.
Il Consiglio dei Ministri ha poi ufficializzato la nomina del nuovo presidente della Consob, Mario Nava, su cui l’ok del Parlamento era già arrivato.
Gentiloni ha dovuto anche replicare ai timori espressi dal Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, che si è detto “più preoccupato delle elezioni italiane che del referendum dell’Spd in Germania” e ha aggiunto “dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un governo non operativo in Italia”. Il premier ha replicato deciso di non vedere queste elezioni “come un salto nel buio; dal mio punto di vista il ruolo del centrosinistra di governo è fondamentale ma non ho paura del baratro”.
Nel frattempo, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e Invitalia sono alla ricerca di una soluzione per la questione dei licenziamenti di Embraco, incontrando possibili pretendenti all’eredità dell’azienda anche se non si sono volutamente diffusi i dettagli dei possibili acquirenti. Tutto questo nello stesso giorno in cui i sindacati hanno abbandonato l’incontro con l’azienda all’Unione sindacale di Torino dopo il rifiuto da parte di questa di ritirare i licenziamenti.
Storia diversa quella di Ideal Standard: tutti i 279 dipendenti passano in continuità aziendale alla società Saxa Grestone. E’ stato presentato oggi al MISE l’accordo tra le parti per la cessione del ramo d’azienda.
In ambito elettorale, gli schieramenti, pur tra alti e bassi, si avvicinano al round decuisivo.
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, fa notizia con la sua risposta shock: “Me ne frego”, accompagnando le parole con il gesto delle mani, ai giornalisti che gli chiedono se speri ancora in una sentenza favorevole di Strasburgo per poter tornare candidabile e ribadisce che la questione “Salvini premier” non si pone poiché FI stacca il Carroccio di 4 punti.
In serata, i dissidenti di centrosinistra in Alto Adige confermeranno in Consiglio Comunale a Bolzano la loro fuoriuscita dal Partito Democratico e costituiranno il nuovo gruppo consigliare “Bolzano Democratica”.
In casa 5 Stelle invece, mentre l’uragano rimborsi sembra essere già stato dimenticato dai cronisti, ci si prepara per l’auspicato trasloco a Palazzo Chigi. Oltre ad aver proposto l’introduzione del vincolo di mandato, “unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana che ammorba il Parlamento da anni”, e che si somma alla precedente proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, fa sapere che la squadra di governo è pronta.
Si dice che nella scelta dei futuri ministri sia stato tenuto in considerazione l’eventuale giudizio del Presidente della Repubblica: “Abbiamo designato i ministri come se Mattarella fosse presente” pur non essendoci nessuna “Fornero” e nessun “Monti”, inoltre i ministeri principali saranno affidati alle donne. Molti i dicasteri senza portafoglio, tra questi uno alla “Meritocrazia”. Viene poi reso noto che la presentazione non sarà fatta in un’unica occasione ma sarà scaglionata nei prossimi giorni, a partire dalla prossima settimana o dalla fine di questa. Insomma, le tappe mancanti del rally sono state delineate. Linea d’arrivo la manifestazione conclusiva a Piazza del Popolo, a Roma, dove ci sarà anche Beppe Grillo.